Mommy è il quinto film dell'enfant prodige canadese Xavier Dolan, e la sua quarta partecipazione al Festival di Cannes, la prima in concorso (nel 2009 J'ai tué ma mère era stato premiato alla Quinzaine des Réalisateurs). Racconta del complicato tentativo di una vedova (Anne Dorval) di tirare su il figlio 16enne Steve (Antoine-Olivier Pilon), affetto dalla sindrome ADHD, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività che ha già causato in pèassato al ragazzo qualche problema con la giustizia. Ad aiutare la donna ci penserà una misteriosa vicina balbuziente (Suzanne Clement).
"Ho parlato di problemi adolescenziali, di sequestri, di identità sessuali. Ma se c'è un soggetto che conosco meglio di ogni altro, che mi ispira incondizionatamente e che amo più di tutto, quel soggetto è certamente mia madre", rivela il 25enne regista canadese, che non nasconde dunque il forte elemento autobiografico anche in quest'ultimo suo lavoro, forse il più applaudito del festival finora. E a ggiunge: "Ripensando a J'ai tué ma mère, ho sentito di avere espresso il bisogno di punire mia madre. Sono passati solo cinque anni da allora e credo in tutta onestà che attrvaerso Mommy io stia cercando adesso la sua vendetta".
Oggi come allora la madre del film è Ann Dorval, che fa coppia con un'altra attrice feticcio del cinema di Dolan, Suzanne Clement. Così quest'ultima in conferenza stampa: "Tutto è già scritto, persino la musica. Il film è estremamente strutturato. Durante le riprese, capita però di lasciarsi andare. Ci sono che si trasformano in qualcos'altro perché Xavier ha deciso di condurci in un'altra direzione, una cui non ti saresti mai aspettata. Xavier conosce i suoi personaggi, è parte di loro."
Ma Dolan sa anche riconoscere i debiti del proprio lavoro: "Nonostante mi si attribuiscano un gran numero di punti di riferimento, i miei miti personali sono pochissimi. Uno di loro è certamente Gus van Sant. I suoi film possiedono una libertà di forma e di trasgressione che crea emozioni".