“Innovativo” è il termine che ricorre più spesso nella presentazione del 38° Torino Film Festival, che a causa della pandemia si svolgerà in streaming su MYmovies dal 20 al 28 novembre. “Siamo sempre al passo coi tempi” dice Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino: “Ci mancherà la sala cinematografica, ma in rete c’è comunque una grandissima comunità che segue il TFF e decreterà successo di questa edizione”.

Prima edizione per lui e per il direttore artistico Stefano Francia di Celle: “Per me sono tre– rivela -  le cose più belle del mondo: vedere in sala un film, possibilmente degli anni Cinquanta e Sessanta; ascoltare un’aria d’opera in un teatro di tradizione lirica italiana; un’escursione in montagna. Con l’edizione digitale però per la prima volta il Torino Film Festival raggiungerà un pubblico più vasto: un piccolo tassello del grande mosaico della vita culturale internazionale ma, in questo momento, necessario ad affermare con fermezza l’importanza politica della cultura per il miglioramento della vita di tutti”.

Anche per Enzo Ghigo è una prima volta, essendo stato nominato presidente del Museo nazionale del cinema di Torino a fine 2019: “In questo periodo di difficoltà – spiega – sono venute fuori le qualità creative di Stefano e del suo staff. Sarebbe stato semplice non fare il festival (1 milione e 200 mila euro circa il budget, ndr): siamo riusciti non solo a proporlo in streaming ma con contenuti forti e coinvolgimento del pubblico. Il cinema va fruito in sala, ma questa è un’emergenza: lo sforzo del Museo, del Comitato di gestione, dello staff vuole dare risposte soddisfacenti per non perdere continuità e l’affezione degli appassionati”.

In cartellone 133 film, compresi 64 lungometraggi, 54 corti e 52 anteprime mondiali. Nel segno della parità di genere: il TFF, infatti, ha mantenuto l’impegno di sostenere a pieno la politica internazionale del “50/50 by 2020” lanciata dal Toronto Film Festival. Per la prima volta nel concorso viene riservato uno spazio equo alle produzioni realizzate da registi donne e a quelle realizzate da registi uomini.

Quali i fili conduttori della selezione? “La Ricerca del sé che si fa collettiva – spiega Francia di Celle – attraverso il cinema. Lo smarrimento nell’essere consapevoli di una propria identità. E poi la crisi democratica che emerge in molti aspetti e la forza del cinema indipendente che permette a giovani autori di realizzare da soli opere di grande valore”.

In concorso Botox di Kaveh Mazaheri (Iran/Canada), Camp De Meci Poppy Field di Eugen Jebeleanu (Romania), Casa de antiguidades memory house di João Paulo Miranda Maria (Brasile/Francia), The Evening Hour di Braden King (USA), Eyimofe This Is My Desire di Arie & Chuko Esiri (Nigeria), Hochwald Why Not You di Evi Romen (Austria/Belgio), Las Niñas Schoolgirls di Pilar Palomero (Spagna), Mi zhou guangzhou mickey on the road di Lu Mian Mian (Taiwan), Nam-mae-wul yeo-reum-bam moving on di Yoon Dan-bi (Korea), Regina di Alessandro Grande (Italia), Sin señas particulares identifying features di Fernanda Valadez (Messico-Spagna), Wildfire di Cathy Brady (Regno Unito/Irlanda).

Regina

Senza presidente e interamente femminile la giuria, composta da Waad Al-Kateab (l'autrice di Alla mia piccola Sama), dalla regista, scrittrice e artista inglese Martha Fiennes, l’attrice giapponese di casa in Italia Jun Ichikawa, la regista Martina Scarpelli e l’iraniana Homayra Sellier, fondatrice e amministratrice delegata della ONG Innocence in Danger.

Nell’eterogeneo panorama del Fuori concorso, visibilità ad alcune opere prime e seconde che non hanno trovato spazio nel concorso (Toorbos di Rene Van Rooyen, A Shot Trough the Wall di Aimee Long, Cleaners di Glen Barit), le collaborazioni con due importanti realtà festivaliere indipendenti di Torino come Seeyousound e Fish&Chips (Billie, documentario di James Erskine su Billie Holiday, Une dernière fois, opera ultima di Olympe de G.), la sinergia con l’Associazione Museo Nazionale del Cinema che quest’anno assegna il Premio Maria Adriana Prolo alla grande regista e fotografa Cecilia Mangini, di cui verrà proiettato l’ultimo lavoro, realizzato con Paolo Pisanelli, Due scatole dimenticate - Viaggio in Vietnam.

E poi gli italiani, tantissimi, tra i quali Il buco in testa di Antonio Capuano sulla figlia di un poliziotto ucciso negli anni di piombo, Calibro 9 di Tony D'Angelo che prosegue idealmente il cult di Fernando Di Leo, Vera de Verdad di Beniamino Catena, i documentari Suole di vento – Storie di Goffredo Fofi di Felice Pesoli e Zona Franca di Steve Delle Casa in omaggio alla Valeri.

Il buco in testa (ph. Nunzia Esposito)

Nella nuova sezione Le stanze di Rol, che prende il nome dal celebre sensitivo amico di Federico Fellini, una selezione irrituale dei più originali prodotti del recente cinema di genere. Come sempre vastissimo il TFFDoc, articolato in quattro sottosezioni: attenzione a Gunda di Victor Kossakovsky, appena candidato all’European Film Award, Pino di Walter Fasano sull’artista Pascali, Dear Werner (Waking on Cinema) di Pablo Maqueda che ripercorre il viaggio a piedi di Herzog nel 1974 da Monaco a Parigi con lo scopo di scongiurare la morte di Lotte Eisner, figura fondamentale del cinema tedesco, Virarmar / Becoming Sea di Philipp Hartmann e Danilo Carvalho.

I restauri sono accolti in Back to Life, con recuperi di film dimenticati come il sovietico Pioggia di luglio di Marlen Khutsiev e Il nero di Giovanni Vento, il cult Il federale di Luciano Salce e lo scandaloso Avere vent’anni di Fernando Di Leo. Previsti anche tre eventi live, visibili in streaming. Tra questi, RadioAMARCORD, realizzato in occasione del centenario della nascita di Fellini, che propone una parte sommersa del repertorio artistico del regista riminese: la sua produzione radiofonica.

Gunda

Non mancheranno le masterclass. Aleksandr Sokurov e i suoi allievi dell’Università Statale di San Pietroburgo saranno i protagonisti di Spedizione torinese. In Women in Cinema: le voci in evoluzione delle donne nel cinema le giurate del concorso Torino38 e la vicedirettrice del TFF Fedra Fetah affronteranno il ruolo delle donne nel cinema, i passi avanti, le sfide, le strategie messe in campo per raggiungere una parità di genere in ogni ambito del cinema. Il cinema come strumento di lotta per la giustizia sociale e i diritti umani è al centro di Cinema e uguaglianza sociale per un mondo più giusto e sostenibile con Taghi Amirani e Walter Murch. Infine il grande regista iraniano Mohsen Makhmalbaf che in Formare le nuove generazione di filmmaker e attivisti racconterà come il cinema può cambiare la società.

Come già comunicato, il Premio Stella della Mole per l’innovazione artistica va a Isabella Rossellini. Sospesa invece, l’annunciata retrospettiva curata dall’ex direttrice Emanuela Martini: non sono stati resi disponibili i diritti per le proiezioni web di molti dei film selezionati. Una rinuncia che si aggiunge a quella dei grandi film che sarebbero dovuti uscire da dicembre in poi. E nessuna traccia dei film d'apertura e chiusura precedentemente annunciati, Ballo Ballo e Un anno con Godot: problemi di diritti anche qui?

Confermato l'omaggio a Lietta Tornabuoni, con una pubblicazione gratuita a cui ha collaborato anche Natalia Aspesi. Ma si pensa già al futuro: Nanni Moretti, già direttore del TFF, ha messo a disposizione il suo Sacher per proiettare una parte dei film della 38esima edizione.