Con Nowhere Boy di Sam Taylor Wood si inaugura stasera la 27° edizione del festival di Torino (13-21 novembre), la prima di Gianni Amelio che, con la complicità di Emanuela Martini, ha messo a punto un programma che ruota intorno a ricerca, sperimentazione e cinefilia. Sedici film in concorso di cui, dopo tre anni di assenza, due italiani: La bocca del lupo di Pietro Marcello e Santina di Gioberto Pignatelli, e oltre 200 sparsi nelle varie sezioni e provenienti da tutto il mondo. Tra le tante novità della direzione Amelio, il Gran Premio Torino assegnato quest'anno a Emir Kusturica e alla Zoetrope di Francis Ford Coppola, entrambi in arrivo nei prossimi giorni.
NOTE D'AUTORE
Due personali dedicate a Nicholas Ray e a Nagisha Oshima, e tanta, tantissima musica, in tutte le salse. Dall'opera prima Nowhere Boy della Taylor Wood, accolta con entusiasmo dalla critica al recente festival di Londra, a Lulu & Jimi del tedesco Oskar Roehler, film di chiusura, in cui il protagonista si invaghisce delle canzoni di Elvis Presley, passando per il documentario di Jonathan Demme sull'amico Neil Young (Neil Young Trunk Show) al nuovo lavoro di Julian Temple, Oil City Confidential, sulla band dei Dr Feelgood. Il sottofondo musicale non manca nel concorso con un esordio americano: Guy and Madeleine On a Park Bench di Damien Chazelle, storia di due giovani che si innamorano a Boston, sulle note della colonna sonora di Justin Hurwitz.
UN PO' DI HORROR
Due chicche per gli appassionati del genere gore e splatter, entrambi nel multicontenitore "Festa mobile": The Loved Ones dell'australiano Sean Byrne, sparizione di giovani e belli sulla falsariga di Wolf Creek, e Pontypool del canadese Bruce McDonald: un horror alla Carpenter contro l'imbarbarimento della società.
STELLA NASCENTE
Tra le sorprese del concorso c'è l'opera seconda di Ry Russo-Young, You Won't Miss Me. Non solo perché la regista è amica di infanzia della famiglia Schnabel e racconta la storia di una giovane attrice appena uscita da un ospedale psichiatrico, che cerca di riprendere il controllo della sua vita, ma per l'esordio sorprendente di Stella, figlia del pittore e cineasta Julian. Il film - assicura lei - non è autobiografico, eppure la sua interpretazione è a cinque stelle.
TORINO FILMLAB
Ha poco più di un anno ma è destinato a diventare uno dei pilastri del festival il laboratorio internazionale, voluto dal direttore del Museo del Cinema, Alberto Barbera, che sostiene registi di tutto il mondo al primo o secondo film, attraverso attività di Training, Development e Funding. Nella prima edizione sono nati 5 progetti: il costaricano-francese Agua Fría de Mar di Paz Fábrega e l'italiano Le Quattro Volte di Michelangelo Frammartino - in fase di post-produzione, il thailandese High Society di Aditya Assarat e il tedesco-portoghese Red Cross di Hugo Vieira da Silva, e il francese The Man Who Hides the Forest di Bertrand Mandico, in sviluppo. Per la seconda edizione (15-17 novembre) si attendono 120 tra sceneggiatori/registi, produttori e venditori internazionali.