In occasione della trentesima edizione del Torino Film Festival è stato conferito ieri sera il Premio Maria Adriana Prolo a Daniele Segre, regista e produttore nato ad Alessandria, ma torinese d'adozione, attivo dal 1976 e recentemente premiato da Giorgio Napolitano con la Medaglia del Presidente della Repubblica per il Documentario per il Cinema.
A introdurre il premiato, due presenze d'eccezione: Gianni Amelio, padrone di casa, e Luciana Castellina, giornalista, scrittrice e soprattutto donna di sinistra a cui Segre ha dedicato la sua ultima fatica (Luciana Castellina, comunista). “Sono davvero felice che questo premio venga consegnato a Daniele” spiega Amelio “del quale sono un ammiratore della prima ora. Ritengo il Premio Prolo un riconoscimento di importanza assoluta, uno dei più importanti a livello europeo e sono felice che sia giunto il momento di assegnarlo a Segre”.
Negli scorsi anni la targa che ricorda la fondatrice dell'Associazione Museo Nazionale del Cinema è stata assegnata a Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, Ugo Gregoretti, Giuliano Montaldo e molti altri artisti che si sono distinti nella settima arte.
Luciana Castellina, prima di affidare nelle mani del regista il premio, lo omaggia con parole piene di affetto e di stima: “Daniele non ha problemi con i premi, lo ha semmai con il mercato. Raramente ho visto in vita mia qualcuno così estraneo alla logica e alle lusinghe commerciali. Ha sempre scelto gli argomenti che voleva trattare nel momento in cui ne avvertiva l'urgenza, senza rincorrere mode o tendenze. E' un vero maestro del cinema del reale”.
Poche invece le parole concesse da Segre alla platea, in linea con il suo carattere schivo e riservato: “E' un onore per me ricevere questo premio che porta il nome di Maria Adriana Prolo (fondatrice del Museo Nazionale del Cinema, a cui lo stesso autore celebrò nel 1989 con il doc Occhi che videro). Ringrazio la mia famiglia e tutti gli amici che mi sopportano da tanti anni e spero di tornare qui in futuro a ritirare altri premi”.