Arriva oggi nella sezione Diritti & rovesci curata dal guest director Paolo Virzì, Qualcosa di noi, il nuovo film di Wilma Labate, di nuovo a Torino dopo SignorinaEffe.
Un gruppo di ragazzi aspiranti scrittori, e una signora di 46 anni, Jana, che da undici fa la prostituta. E' questa la situazione e il curioso incontro di partenza congegnato da Labate per il suo ultimo film doc; una situazione quasi da commedia, ambientata in un borgo sulle colline di Sasso Marconi, in una casa un tempo teatro di incontri d'amore a pagamento, che tende però un discorso sperimentale tra elementi di fiction e pura realtà. Da un lato dodici giovani, in cerca di ispirazione e lavoro, sfrontati nella loro fiducia per la letteratura, le storie dei libri, le formule, e incerti sul loro futuro; dall'altro Jana, una donna ‘di vita', un personaggio che viene da un mondo anche troppo vero. Una donna consapevole delle proprie azioni e che porta in sé ogni giorno una ‘storia'. Il confronto produce subito esiti curiosi. Jana rimuove le timidezze come un cavatappi; la sua presenza, scandalosa e quieta, rimette in gioco certezze, convinzioni, visuali sulla realtà. Un lampo di vita in mezzo a chi cerca teorie per la creatività.
I temi in gioco e in comune sono e il lavoro, la sopravvivenza economica e le rinunce che comporta, il denaro. Ma anche il sesso, i desideri profondi, spesso associati alle false coscienze. Le parole e le immagini ruotano attorno al corpo/azienda di Jana, come lei stessa lo definisce, e c'è chi non vede troppe differenze tra fare un lavoro per pura sussistenza e prostituirsi. Camillo, uno dei ragazzi, conclude che in fondo ‘non esistono puttane'. Le domande creano un cortocircuito che impiega poco a passare da una lezione di ‘scrittura creativa' a una discussione che riguarda l'Italia del 2015, in cui  ci si accorge che il vero bisogno è di sentimenti e affetto, come per quei clienti che durante l'amplesso dicono a Jana ‘ti amo', e lei sente di dover rispondere ‘anch'io'. E in un Paese dalla recessione e opacità apparentemente perenne si affronta il tema dei beni comuni: dal corpo, all'uso del tempo, fino a quel luogo fisico che è il Teatro Valle occupato di Roma, dove alcuni del gruppo partono per proseguire l'avventura del corso.
Un film-conversazione, un simposio, o come lo definisce Labate ‘una gita', che nel panorama a volte asfittico del Paese e del cinema nostrano rimette in gioco alcuni temi diventati tabù a forza di darli per scontati. Con un corpo d'attrice che la regista definisce ‘una protagonista assoluta, un vero corpo di cinema', un personaggio venuto dalla vita con una precisione destabilizzante di gesti, parole, lucidità.  Qualcosa di noi prodotto da Simone Bachini per Bottega Finzioni, sarà distribuito la prossima primavera da Istituto Luce-Cinecittà.