Dicono che il cane sia il migliore amico dell'uomo. Ma il migliore amico di Julian si chiama Tomas, un professore universitario spagnolo che da tempo si è trasferito in Canada. Il bullmastiff di Julian, che è argentino ma fa l'attore a Madrid, è semmai più di un amico: "E' un figlio." Tomas è volato in Spagna per dire addio all'amico che sta per morire. Julian, che sta per morire, prima di congedarsi deve trovare qualcuno che si prenda cura del cane.

E' un toccante valzer degli addii Truman - Un vero amico è per sempre di Cesc Gay, titolo dell'anno in Spagna, dove ha spadroneggiato ai Goya, l'equivalente iberico degli Oscar, vincendo i cinque più importanti: film, regia, sceneggiatura originale, attore protagonista (Ricardo Darin) e non protagonista (Javier Camara).

"Nasce da un'esperienza personale - racconta il regista, a Roma per la promozione - dall'aver accompagnato una persona a me cara nell'ultimo viaggio della vita. Un itinerario che ho seguito tenendo un diario, al quale mi sono rifatto tempo dopo per la stesura della sceneggiatura".

Un film che parla di come è difficile dire addio alle persone (e agli animali) che ami, "ma anche della difficoltà degli uomini a esprimere le proprie emozioni".  Perché titolarlo col nome del cane? "Non lo so - riprende Gay - è una cosa che mi è venuta in mente scrivendo, con il cane (morto quattro mesi dopo la fine delle riprese per leishmaniosi, ndr) che assumeva un'importanza crescente nell'economia del racconto: per quello che rappresenta per Julian, perché ne esprime la solitudine e la sollecitudine di cui è capace".

Interpretato da Ricardo Darin, Julian è l'opposto e insieme l'omologo di Tomas: "La cosa che mi ha colpito della sceneggiatura - interviene il co-protagonista Javier Camara - è l'apparente assenza di conflitto: Julian e Tomas discutono nella prima scena, poi basta. Poi ho capito che il conflitto è tutto dentro Tomas: di fronte all'amico determinato a morire vorrebbe solo scappare e tornarsene in Canada". Javier Camara, che vedremo a ottobre nella mini serie diretta da Paolo Sorrentino, The Young Pope (interpreta il cardinal Gutierrez), ha speso parole di elogio per il partner di scena, Ricardo Darin (assente a Roma) definendolo "un monumento tra gli attori in lingua spagnola. Lavorare con lui è stato come frequentare un master di recitazione".  Camara imputa il ritrovato feeling del cinema spagnolo con i generi "al lavoro di Amenabar, che ha aperto una breccia attraverso la quale è passata una nuova generazione di filmaker, tecnicamente molto preparata".

Anche se i problemi non mancano, "con lo strapotere economico delle televisioni che rappresenta oggi una condizione essenziale e insieme una pesante ipoteca sulla libertà di impresa della cinematografica nazionale", ricorda Cesc Gay. Qualcosa di simile succede anche in Italia, dove Truman arriverà il prossimo 21 aprile con la Satine. In quante sale? "Bella domanda - replica Claudia Bedogni, responsabile della distribuzione -. Dipende tutto dai grandi player e dai film che verranno smontati lunedì. Gli esercenti non possono decidere autonomamente, la situazione è questa. Di sicuro saremo presenti a Roma e Milano".