“Non smettere mai di dare pugni, ecco come faccio ad andare avanti. Hai sempre qualcosa da dimostrare”. Parola e insegnamento del settantaduenne Sylvester Stallone, protagonista al 72° Festival di Cannes con una Masterclass e, stasera, un primo assaggio dell'ultimo Rambo, Last Blood, e il restauro in 4K del primo, First Blood.

Accolto dalla standing ovation della Salle Debussy, Didier Allouch a moderare la Masterclass, Stallone parla innanzitutto del quinto e ultimo capitolo di Rambo: “Rambo non torna mai a casa, qui lo fa, però non arriva mai. È lì, ma non lo è. Non appena esce dalla sua porta, non ha più controllo. Il mondo ti controlla". E promette: "Ci sarà serietà in questo film, vedrete”.

Poi, traccia un parallelo tra i due suoi personaggi più celebri, John e Rocky: “Rambo si occupa del lato oscuro della natura con cui la maggior parte delle persone convive. Rocky è diverso, è più ottimista”.

Proprio della saga di Balboa rivela un gustoso aneddoto: possiede ancora le due tartarughe del primo film (1976) di Rocky, che oggi hanno 55 anni. "Hanno le dimensioni di questa sedia", ha scherzato Stallone, "Penso che dovremmo fare un altro Rocky, tutti sono morti tranne le tartarughe, le miei uniche amiche”.

Dà poi una notizia, su un terzo dei suoi personaggi: Cobra (1986) potrebbe tornare, “come una serie TV in streaming. Ritirare fuori la squadra di zombi, io oramai sono andato da mo’, ma l'idea è davvero buona”.

Nuova idea anche per riportare sullo schermo Rocky: “Trova una persona che risiede illegalmente nel paese e…”. Lo interrompe Allouch: "Il film preferito di Donald Trump…”, e Sly concede: “È come il mago che ha perso i suoi trucchi. Buttarlo fuori dal paese, sta in un altro mondo”.