“L'Italia che non si è mai liberata dal paternalismo, vista con gli occhi di un analfabeta”. Ovvero, un paese fondato sul lavoro, ma anche sui compromessi, su una lotta non sempre nobile ma epica. Un paese povero che vive di espedienti e del coraggio della paura. Due Guerre mondiali, l'avventura coloniale in Africa, il fascismo e l'avventura della repubblica in un rapporto contraddittorio tra DC e PC. Un paese analfabeta è quello in cui vive Vincenzo Rabito, il protagonista del documentario di Costanza Quatriglio Terramatta, evento speciale alle Giornate degli Autori di Venezia. Rabito, siciliano del 1899, analfabeta per 35 anni, sorprendente autore di una autobiografia di oltre tremila pagine battute a macchina con una lingua inventata, fra siciliano e italiano, dolce ed aspra nello stesso tempo, interpretata dalla voce di Roberto Nobile. Il diario sgangherato di Rabito è divenuto un caso editoriale postumo, Terra matta (Einaudi), e la siciliana Quatriglio ha voluto portarlo al cinema: “Un film sulla memoria e sul presente: tutte le mie scelte di linguaggio permettono allo spettatore di fare dei link diretti tra passato e presente, in un flusso unico e magmatico di immagini, musiche elettroniche di Paolo Buonvino e voce fuori campo”. Prodotto da Cliomedia Officina di Chiara Ottaviano e distribuito da Luce Cinecittà, Terramatta riesce “dall'autobiografia di questo contadino e bracciante analfabeta a cogliere in modo sorprendente la natura stessa di un paese che non si è mai liberato del paternalismo tipico degli italiani” E, conclude la Quatriglio, “la nostra adesione al fascismo e il continuo cercare la protezione dell'uomo potente ci devono far riflettere anche sull'oggi.