“Non tutti crediamo nelle favole. Ma anche io pur essendo stata educata da genitori impegnati e femministi sono cresciuta aspettando il principe azzurro con il cavallo”. Parola dell'attrice e regista francese Agnès Jaoui alla presentazione del suo quarto film dal titolo Quando meno te lo aspetti, in uscita nelle nostre sale il 6 giugno distribuito da Lucky Red con settanta copie.
Una commedia che “reinventa e riadatta le favole nell'epoca moderna” prosegue Agnès Jaoui che si è domandata: “come mai nonostante l'evoluzione della nostra società continuiamo a credere negli archetipi?”. Da questa domanda è nata l'idea del film che racconta la storia della giovane Laura (Agathe Bonitzer) in attesa del suo principe azzurro. L'arrivo di Sandro (Arthur Dupont) le farà credere di averlo finalmente trovato, ma l'incontro con Maxime (Benjamin Biolay) la metterà in profonda crisi, tanto da farle pensare che esistono principi azzurri migliori. Allo stesso tempo il padre di Sandro (Jean-Pierre Bacri) vive ossessionato dalla predizione di una veggente che gli ha preannunciato con estrema esattezza la data della sua morte.
“Abbiamo fatto un mix tra realtà e personaggi delle favole”, dice la regista che ha scritto la sceneggiatura insieme al marito Jean-Pierre Bacri, il quale aveva già co-scritto e interpretato i suoi precedenti lavori come Il gusto degli altri, Così fan tutti e Comme une immage, film vincitore a Cannes nel 2004 per la miglior sceneggiatura. “Molti giornalisti francesi hanno visto in Jean-Pierre l'orco cattivo che mangia i bambini, io non ci avevo neanche pensato”, continua Agnès Jaoui che nel film interpreta Marianne un'insegnante che sta preparando una recita scolastica con i bambini, mentre contemporaneamente cerca di imparare a guidare: “Spesso i bambini non fanno quello che gli si chiede, ma era da tempo che avevo voglia di lavorare con loro sia come regista che come attrice. In mezzo a questi bambini c'erano anche i miei figli, che naturalmente erano i più dispettosi”. E poi aggiunge: “Nei nostri personaggi abbiamo ripreso dalla vita reale solo il fatto che io non so guidare e che a Jean-Pierre veramente è stata predetta la data della sua morte”.
“Sono vent'anni che io e Jean-Pierre lavoriamo e scriviamo insieme. Avevamo paura di ripeterci, per questo abbiamo cercato di fare qualcosa di nuovo anche dal punto di vista formale”, racconta Agnès Jaoui che mette in scena un'opera corale dove assume grande importanza il ruolo della musica composta da Fernando Fiszbein, che è anche il direttore del suo gruppo musicale Le Quintet Official: “ho lavorato con lui prima di scrivere la sceneggiatura, i miei punti di riferimento sono state le musiche dei film di Walt Disney, Into the Woods di Stephen Sondheim e le filastrocche”. E sulla religione, le superstizioni e le coincidenze, temi molto presenti nella trama del film, spiega: “Sono stata accusata di aver trattato la religione come una credenza qualunque, ma non era assolutamente mia intenzione. Anzi l'ho sempre associata a scene talmente belle che mi è venuta perfino voglia di diventare credente”.
“Ho utilizzato la struttura della favola perché la protagonista sta veramente aspettando il suo principe azzurro. Tutti siamo influenzati da favole scritte quattrocento anni fa. E le donne spesso sono vittime di alcuni stereotipi, norme e modelli che vengono dalla società, per questo penso che avremmo bisogno di scrivere delle favole nuove”, conclude Agnès Jaoui, che ha deciso di far finire il film con il classico epilogo: “e vissero felici e contenti” aggiungendo: “con qualche sbandamento”, come nella vita.