Si chiude in "bellezza" la 50ª edizione del Taormina BNL Film Festival. Ospiti della giornata di chiusura della manifestazione sono stati Michael Douglas e Antonio Banderas, entrambi premiati con il Taormina Award for Cinematic Excellence. In occasione della consegna del riconoscimento, Banderas ha annunciato il suo ritorno dietro la macchina da presa, prima di lavorare con Pedro Almodóvar in Tarantula, nel quale affiancherà Penélope Cruz. Il suo secondo film da regista, dopo l'esordio col Crazy in Alabama insieme alla moglie Melanie Griffith, sarà ispirato al romanzo di Antonio Soler El camino de los ingleses, un racconto di amicizia, tra adolescenza e maturità, ambientato nella Spagna degli anni '70 subito dopo la morte di Francisco Franco. L'attore ha ammesso di sentire molta nostalgia per la sua Spagna (''mi piacerebbe fare un film in Andalusia'') ma l'America, dice "mi dà la possibilità di fare un po' di tutto: cinema, televisione, teatro e musical''. Poi confessa che vorrebbe essere diretto da Pupi Avati ("che stimo tanto") e soprattutto  Giuseppe Tornatore. Micheal Douglas dopo aver visitato a sorpresa la base militare Usa di Sigonella, è salito in cattedra per l'ultima delle lezioni di cinema organizzate dal festival, dopo quelle di Luigi Magni, Jane Campion, Peter Weir, Francesco Rosi e Margarethe von Trotta. ''Quando il successo arriva presto bisogna crescere con doppio  impegno" ha detto Douglas che ha ricordato gli insegnamenti del padre Kirk: ''Mi ha trasmesso forza e tenacia. Certo ad un figlio d'arte occorre più tempo per trovare la sua identità. La gente fa sempre il confronto e così, poiché mio padre ha interpretato quasi sempre ruoli di uomo d'azione rude e deciso, io nei primi tempi recitavo quelli di un giovane sensibile". L'attore ha poi parlato del suo impegno come produttore: "Quando volevo produrre Qualcuno volò sul nido del cuculo tutti mi dicevano che era una follia. E' stato un gran piacere tornare da quelle persone con un ghigno dopo il successo che aveva avuto il film. Da quel momento  il più bel complimento che ricevuto è questo: Se vedo che un film ha il tuo nome come produttore, sono sicuro che sarà buono". Infine una parola su Michael Moore e il suo documentario Fahrenheit 9/11: "Ho letto su una rivista che chi vede questo film decide di non votare più Bush. L'idea che un film possa influenzare le elezioni più che le bombe di Madrid la trovo qualcosa di molto promettente".