Taormina primo giorno: due opere che denunciano drammi contemporanei - il calvario dei profughi e l'odioso sequestro di esseri umani a scopi politici - e una che esplora con ironia e dolcezza il lato senile dell'amore. Nella sezione "Cinema del Mondo" l'inglese Andi Reiss, un passato da documentarista, si getta direttamente, con Cargo - il suo primo lungometraggio - nell'interno claustrofobico di un camion per seguire la fuga di quattro profughi dalle tormentate zone di guerra dei Balcani. Cercano una vita migliore, non è detto che la troveranno. E nemmeno è plausibile, questa volta, che la memoria serva a guarire: sofferenza, ignoto, distacco, ansia della sopravvivenza generano violenze, paure e una remissività poco rassicurante. Mentre per nulla remissivi ed epici nella loro battaglia interiore volta a salvare un barlume di umanità sono i due protagonisti di Blind Flight - Volo cieco. Una storia vera ambientata nel 1986 nel Libano della guerra civile: un inglese e un irlandese, cultura e ceto sociale assai diversi (interpretati dai bravissimi Ian Hart e Linus Roache), vengono sequestrati da un gruppo di integralisti islamici e tenuti segregati per quattro anni e mezzo, degradati a pura merce di scambio. John Furse, anch'egli alla sua prima regia cinematografica, con rigore e lucida narrazione segue il dramma, fino al felice epilogo, con uno stile cameristico, essenziale, impassibile, che svela già la dimensione dell'autore solido e dal sicuro avvenire. Poi arrivano, con un terzo debutto firmato da Charles Dance, già attore shakespeariano di fama, due vere regine assolute degli schermi: Judi Dench e Maggie Smith. In Ladies in Lavender si trovano a vivere i riflussi del passato e le fibrillazioni di cuori disposti ancora ad amare e ad essere amati. Cornovaglia, 1936: l'assestato equilibrio delle due sorelle Widdington viene messo alla prova dall'arrivo di un naufrago polacco, Andrea, bello ed artista. Le giornate fatte di pudding, rose, libri, radio, amene passeggiate e conversazioni, si accendono nuovamente del fuoco della passione, che sarà effimero. Le due "dame" entrano in una salutare competizione di bravura che riporta l'attore e la recitazione a quel carisma, a quel piacere che il cinema ha purtroppo da lungo ed ingiustificato tempo dimenticato. Mentre la regia le segue con un affetto e un rispetto di pari disciplina e dignità.