Il regista bosniaco Danis Tanovic è in concorso alla Berlinale con Smrt u Sarajevu / Mort à Sarajevo (Death in Sarajevo). Il luogo è l’Hotel Europa di Sarajevo nel giorno del centenario dell’attentato che iniziò la prima guerra mondiale. Un giorno di celebrazioni e di speranza. Da qui dovrebbe partire un messaggio di pace e fratellanza europea. Gli ospiti internazionali intellettuali e politici sono in arrivo.  Ma tra le aspettative del management e la realtà c’è un abisso. Propio come in Bosnia. Gli impiegati dell’albergo hanno ben altre preoccupazioni. I loro stipendi non vengono pagati da mesi e pianificano uno sciopero proprio oggi.

Danis Tanović, che alla Berlinale 2013 aveva presentato il bel Episodio della vita di un raccoglitore di ferro, mette in scena una satira che funziona sui sogni, e gli incubi, di un paese diviso in mille pezzi. La situazione in Bosnia è, oggi, ancora difficilissima. E l’Europa, naturalmente, se ne è scordata. Per la brava attrice Vedrana Seksan la sfida che il film lancia, anche con l’allegoria, è quella di una rottura dei tabù che imprigionano il paese. "Nel film parliamo di cose di cui nessuno in Bosnia è pronto a parlare, nemmeno in casa propria".

Il regista Danis Tanović è certo "che il film in Bosnia incontrerà non pochi problemi. Speriamo che non si risolvano solo in polemiche cariche d’odio, ma che si sviluppi un confronto pubblico. Quel confronto di cui il mio paese ha disperatamente bisogno da vent’anni". Per tutta la durata delle riprese il cast ha partecipato a modifiche e correzioni della sceneggiatura. Sceneggiatura, rivela Tanović, che non  presentava alcun dialogo, ma solo scene. Gli attori quindi hanno dovuto improvvisare. "I dialoghi sono nati sul momento, dalle menti e cuori degli attori. Per noi questo naturalismo è un valore aggiunto del nostro film".