“Mi trovo qui a Roma in un bell'hotel, ho fatto una colazione sontuosa, ho al mio fianco un'interprete per rispondere alle vostre domande: sì, per me è un cambiamento totale, esiste un prima e un dopo Quasi amici”. Così l'attore francese Omar Sy, che dopo il successo planetario della commedia di Olivier Nakache ed Eric Toledano torna nelle nostre sale con Due agenti molto speciali di David Charhon, dal 28 marzo in 200 copie con Rodeo Drive, The Space Cinema e Medusa.
Nel film, che ha già incassato 15 milioni in Francia, Sy interpreta un tenente anti-frode della periferica Bobigny, chiamato a indagare su un caso di omicidio insieme a un ispettore capo dell'anticrimine parigina: agli antipodi per estrazione e inclinazioni, i due poliziotti sapranno fare fronte comune in nome della giustizia. Complice il colore della pelle e le modalità da sbirro sui generis, potrebbe far pensare a Eddie Murphy, ma Sy si smarca: “Mi piaceva da giovane e mi ha ispirato, ma oggi sto bene nella mia pelle”.
Nato e cresciuto nella banlieu di Trappes, la carriera artistica iniziata per caso alla radio, dove per aiutare un amico s'inventò il personaggio di un calciatore senegalese, successivamente comico televisivo in coppia con Fred Testot nel duo Omar et Fred, fino alla chiamata di Toledano e Nakache per Troppo amici (Tellement Proches) nel 2009 e al successo mondiale nel loro film successivo, oggi Sy sta per sbarcare a Hollywood nel nuovo X-Men: Days of Future Past di Bryan Singer e attualmente non fa che studiare inglese, ma se la banlieu non la dimentica “su aspetti socio-economici e periferia potevo rispondere quando avevo 15 anni, ora è troppo tardi: che posso dire a chi fa fatica ogni giorno da questo hotel?”.
Comune a Quasi amici, che gli è valso il Caesar, e Due agenti molto speciali, due protagonisti che più diversi non si potrebbe e, soprattutto, il discorso sui pregiudizi e gli stereotipi, che fanno parte anche della biografia di Sy: “Sono nero, alto un metro e 90, vengo dalla banlieu e, sì, potrei far paura, ma anziché fare il bullo e rassegnarmi ai pregiudizi ho deciso di andare verso l'altro, incontrarlo:  i pregiudizi, e chi viene come me dalla periferia ne incontra tanti, esistono solo per mancanza di conoscenza”.
Italia conosciuta, e  amata, più per Ferrari e Maserati che per i nostri film, tra cui cita solo La vita è bella, Sy tifa Olympique Marsiglia, ha giocato “male” a calcio, basket e fatto tanta atletica, e oggi predilige “i film d'azione, amo la velocità non ho paura: in questo film la scena più difficile è stata quella nel club scambisti…”.