“Questa storia è davvero un sogno per me. Fin da bambino volevo essere un supereroe e da attore sognavo di interpretarne uno”. Parola di Luca Argentero che nel nuovo film di Eros Puglielli è  Copperman, ovvero Anselmo, un uomo che viaggia nel mondo con l’innocenza di un bambino. Una favola moderna e colorata che vede protagonista una sorta di Forrest Gump, un bambino nel corpo di un adulto, e che uscirà nelle sale il 7 febbraio in 250-300 copie distribuita da Notorious Pictures.

“Il lavoro sul mio personaggio era da far tremare le ginocchia perché è un ragazzo con disturbi dello spettro cognitivo”, dice Argentero. 

Per prepararsi ad interpretare questo giovane che nel tempo ha conservato quella purezza infantile e quel candore disarmante di chi non conosce la diffidenza, ha passato diverso tempo con quelli dell’Aita, associazione che fornisce un supporto ai ragazzi affetti da disturbi del neurosviluppo, al Bambin Gesù e con chi è affetto da questo disturbo: “E’ stato molto utile parlare con i ragazzi che ne soffrono e anche con i loro genitori e con i medici che li seguono. Sono giovani che hanno una sensibilità superiore. Abbiamo cercato di essere rispettosi della realtà che rappresentavamo e io ne sono uscito arricchito come persona. Ho scoperto per esempio che per loro non esistono le metafore perché una parola arriva direttamente per quello che è e questo è una liberazione incredibile per noi che siamo abituati a fare tanti giri di parole”.

“Raccontare una favola è stato per me un grande privilegio- dice il regista Eros Puglielli- Ho scelto di fare questo film perché parla di temi a me cari come quello della società che uniforma le persone quando in realtà siamo tutti diversi. E poi ho avuto la possibilità di fare un film di fantasia raccontando un adulto-bambino che vede attraverso la sua percezione particolare la realtà e condurre lo spettatore attraverso la sua visione fantastica”. 

Nel cast anche la mamma di Anselmo interpretata da Galatea Ranzi, Antonia Truppo nei panni del suo grande amore Titti conosciuta a scuola alle 10,34 minuti e 12 secondi di un giorno speciale e Tommaso Ragno nel ruolo di Silvano, il fabbro del paese nonché suo padre putativo e mentore che gli costruisce un’armatura per proteggerlo dal mondo esterno (un’armatura in rame che è stata disegnata dall’artista Roberto Molinelli, che per farla ha adoperato canaline elettriche, ruote di motori e pompe facendo così un collage).

“Interpreto una ragazza madre, una donna sola, appassionata di fotografia, che cresce questo bambino nutrendo la sua passione per i supereroi e raccontandogli da quando è piccolo una balla gigante su suo padre, cosa che farà sviluppare ad Anselmo questa sua passione. Mi piace questo film che racconta come certi nostri elementi infantili li portiamo comunque dietro da grandi. Anselmo ha ingigantito alcuni aspetti, ma anche il mio personaggio ha delle note infantili.”, dice Galatea Ranzi. E Antonia Truppo: “Il cinema spesso mi chiama per risolvere delle rogne, mi offrono di interpretare dei personaggi  perché non sanno a chi farli fare. In questo caso mi sono invece sentita davvero importante nel ruolo de ‘la bella’ del film. Un po’ come nelle favole che c’è Cenerentola con le sorellastre o Biancaneve con la mamma morta e la matrigna che è una strega sono tutte metafore psicologiche per raccontare tante altre cose nella vita”. 

Tanti i riferimenti del film da Forrest Gump “che rendeva speciale ogni cosa che poteva”, alla serie tv The Good Doctor sul giovane chirurgo autistico che Argentero ha guardato per entrare meglio nel suo ruolo, fino al grande animatore giapponese Hayao Miyazaki “per il suo modo di vedere l’Occidente”, alle opere di Terry Gilliam e al “gusto pittorico delle straordinarie e geniali opere di Jean Pierre Jeunet e Marc Caro”. E c’è anche un riferimento a Lo chiamavano Jeeg Robot? “Gli sceneggiatori hanno scritto questo progetto nel lontano 2005 detto questo non c’è alcun nesso con Lo chiamavano Jeeg Robot, perché non è un film su un supereroe”.