Spettatori tremate: gli incubi della vostra infanzia stanno per diventare reali, almeno sullo schermo. Il merito è dell'ipercreativo regista J.J. Abrams, il creatore di Lost e Fringe, che ha dedicato idealmente a Steven Spielberg, il suo Super8, a breve nelle sale americane (l'8 giugno), in Italia il 30 settembre, infarcendolo di citazioni (da Incontri ravvicinati del terzo tipo a E.T, ma anche Stand by Me, tratto dal bel racconto di Stephen King), incursioni nel fantastico e riferimenti autobiografici (lospunto del "Super8").
La storia ancora piuttosto misteriosa, 20 minuti di assaggio a Cannes, evento parallelo al festival, confermano le premesse: rimarrete incollati alle poltrone col fiato sospeso. Siamo nel 1979 e Joe, orfano di madre, ha 5 amici tra cui il grassottello Charlie, ossessionato dal cinema e la bella Alice (ElleFanning). Tutti insieme decidono di girare un filmino in super 8. Mentre stanno recitando una delle scene clou,a pochi passi da loro un treno deraglia e si capovolge: il sospetto che non sia stato un incidente diventa presto reale. Dietro quella porta, dentro quelvagone ancora intatto, si cela qualcosa di molto inquietante. In pochi istanti lo sconcerto diventa terrore, i ragazzini si danno alla fuga, intanto da un'altra parte della città succede l'impensabile...
Del resto una specialità del talentuoso newyorchese è mettere pubblico e personaggi insituazioni estreme, intrappolandoli in sottostorie complesse, apparentemente senza via di scampo. "Il fulcro del mio lavoro – dice – è prendere il meglio di quello che voglio raccontare e farmi molte domande". A cui nessuno sa rispondere: Lost docet.