Dopo le polemiche scatenate nel 2004 dalla regista Rosa von Praunheim per aver ottenuto un finanziamento di 20 mila di euro per dirigere un film sul cannibale Armin Meiwe, in Germania si torna a parlare del "mostro" di Rotenburg. L'uomo - condannato all'inizio del 2004 a 8 anni e mezzo di carcere per aver ucciso, evirato, sezionato e in parte mangiato l'ingegnere berlinese Bernd-Juergen Brandes, vittima apparentemente consenziente - ha intentato una causa per impedire l'uscita in sala il 9 marzo dell'horror Butterfly: A Grimm Love Story, che ritiene ispirato alla propria vicenda. Diretto da Martin Weisz, il film racconta la storia di un giovane donna (Keri Russell) che rimane ossessionata dalla controversa figura di Simon Grobeck (Thomas Kretschmann), un cannibale che uccideva le sue vittime in Internet. Il distributore tedesco  ha però fatto sapere di non avere alcuna intenzione di bloccare il film. Proprio oggi in Germania si è aperto il secondo processo contro Meiwe. I giudici devono stabilire se l'uomo - che rischia l'ergastolo - si è reso responsabile di un assassinio vero e proprio, o se invece ha acconsentito alle richieste della sua vittima, che lo supplicava di ucciderlo, squartarlo e di mangiare le sue carni. Per i suoi avvocati il film potrebbe nuocere al loro assistito restituendo un'immagine sbagliata dell'uomo e della vicenda e influenzando la decisione della corte. Oltre all'horror di Weisz e al film della von Praunheim, è in preparazione anche un documentario sulla storia di Meiwes, questa volta realizzato con il consento del cannibale che ha venduto i diritti della sua storia alla compagnia tedesca Stampfwerk.