“Questo Wall Street è una sfida: se avessi voluto solo fare un sequel per ragioni economiche, l'avrei fatto negli anni '90, viceversa, spero che gli anni '80 del rampantismo e della speculazione siano finiti nel 2008. Una volta per tutte. Le banche sono diventate quel che  era Gordon Gekko: hanno giocato e speculato con assoluta disinvoltura”. Così il regista tre volte premio Oscar Oliver Stone presenta Wall Street – Il denaro non dorme mai, che reduce dal fuori concorso di Cannes 63 Fox porterà nelle nostre sale in circa 200 copie il 22 ottobre.
Sequel - non sequel del celebre originale del 1987, Wall Street - Il denaro non dorme mai segue la figlia di Gekko, Winnie (Carey Mulligan), fidanzata a Jacob (Shia LaBeouf), un giovane trader che combina ambizione e avarizia con gli investimenti in progetti di energie alternative: per vendicare il suo mentore (Frank Langella) “suicidato” dalla speculazione del banchiere rivale Bretton James (Josh Brolin), Jack ricorrerà all'esperienza di Gekko, uscito dopo 8 anni di carcere con il libro Is Greed Good? ("L'avidità è buona?") e la volontà di riconquistare la figlia e i milioni persi.
“Il problema - afferma Stone - è che c'è stata un'enorme deregulation: la liberalizzazione promossa dalle ultime quattro amministrazioni presidenziali ha reso il mercato dominante, senza alcuna normativa per perseguire truffe e frodi. Ora non resta che sperare che la regolamentazione introdotta funzioni, perché le banche hanno spacciato titoli spazzatura e le agenzie di rating li hanno avallati con la tripla A, facendoli così finire nei fondi pensione: se non illegale, è comunque immorale. Speriamo che questo regolamento serva: son 3-4mila pagine, per ora le leggono solo gli avvocati, per trovare qualche scorciatoia”.
Poi il regista torna sulla bolla finanziaria, associandola alle energie rinnovabili di cui si parla nel film: “Se proprio ci deve essere - il capitalismo ha bisogno periodicamente di galvanizzarsi, ma io sono per un'economia più lenta ma autenticamente produttiva, con basi solide  - mi auguro che la nuova bolla speculativa riguardi le energie alternative, perché oggi a dominare sono i banchieri-petrolieri. Comunque, la proposta di legge sulle energie rinnovabili di Obama non è passata, e non è solo un problema americana".
Non solo, Stone si dice “molto dubbioso sul salvataggio miliardario dei grandi gruppi” e definisce l'attuale situazione economico-finanziaria quella di “un paziente ancora in cura, che non è guarito, ma prende le medicine”, mentre del suo ritrovato Gekko sottolinea: “Dopo la prigione, lo ritroviamo amareggiato per tutti i soldi che non ha potuto fare: si rimette in pista e ne guadagna un miliardo e 100 milioni, perché è un genio. Il 10% lo darà  al nipote, parlando di investimento… Non lo amo Gekko, ma di certo Michael Douglas lo rende fascinoso”.
Se si definisce “ottimista, mentre oggi va di moda essere negativi: io non sono di moda”, Stone conclude sul suo progetto storico per la tv (Showtime) Untold History of America, recentemente presentato al Mipcom di Cannes: “Ci lavoro da tre anni, prenderò in rassegna globalmente l'Impero americano dai primi del ‘900 al 2010, focalizzandomi sulla National Security. Ho riscontrato un grande interesse, soprattutto dai Paesi emergenti quali India, Cina e Medio Oriente, e dai giovani, la cosa a cui tengo di più”.