Arriverà nelle sale il prossimo anno distribuito dalla Bim di Valerio De Paolis La trattativa, il nuovo film di Sabina Guzzanti che, come da titolo, sarà incentrato sulla presunta "trattativa Stato-Mafia" di cui molto si parla ma di cui, come dice la stessa regista, "in pochi tra la gente comune sanno veramente di che cosa si tratti". Un argomento scottante, delicato, già affrontato nel libro di Maurizio Torrealta, La trattativa. Mafia e stato: un dialogo a colpi di bombe (Editori Riuniti, 2002): "Quello è stato il primo che ho letto e mi è piaciuto moltissimo, ma il film non è propriamente tratto dal libro di Torrealta", spiega Sabina Guzzanti alle Giornate di Sorrento, dove ha presentato due clip del film ancora in post-produzione. "Dopo aver sviscerato l'argomento il più possibile - prosegue la regista -, ho incominciato a pensare a come poter raccontare questa storia così complicata, che si svolge nell'arco di almeno 20 anni e che si potrebbe approfondire all'infinito. Perché dentro c'è di tutto, dai servizi segreti italiani a quelli americani e israeliani, poi la mafia, la camorra, la 'ndrangheta, i ministri, i carabinieri, l'esercito... una storia bella ricca e complessa". Che alle orecchie della regista arriva durante la lavorazione del suo film precedente: "La prima volta che mi avvicinai all'argomento fu quando intervistai Massimo Ciancimino per Draquila, ma lì non potevo approfondire perché dovevamo raccontare un'altra storia. Ho scoperto molte cose, perché alla stessa stregua delle persone comuni ignoravo moltissimi aspetti della questione". Ed è proprio alla gente che Sabina Guzzanti vuole nuovamente rivolgersi con la realizzazione di questo nuovo film: "Dovevamo far di tutto per tentare di semplificare la complessità di tutta la storia, senza tradirne il senso, per far capire al pubblico di cosa si parla quando se ne parla. Per farlo, la raccontiamo in modo appassionante, rendendola un po' simile a un giallo, qualcosa che si scopre mano a mano che il film va avanti". Senza dimenticare un aspetto distintivo del suo modo di lavorare, però: "L'umorismo, sì. Perché credo che anche in un film di mafia non debbano mancare elementi di umorismo. Non si capisce perché bisogna essere sempre così retorici quando si affrontano determinati argomenti al cinema o in televisione: la retorica è uno strumento utilizzato per non far capire, per non raccontare i personaggi come realmente sono".
Ancora in fase di post-produzione, La trattativa arriverà nelle sale nel 2014, con o senza finanziamento da parte del Ministero? "Abbiamo fatto l'audizione ma ancora attendiamo una risposta", dice Sabina Guzzanti, che conclude: "Quel che è certo è che non è stato facile finanziare questo film...".