(Adnkoros/Cinematografo.it) - Brama di potere, voglia di pacifismo e poca violenza, in misura tale che renderebbe davvero ridicolo un divieto ai minori. E' La vendetta dei Sith, capitolo conclusivo della saga di Star Wars, che il 20 maggio uscirà in Italia dopo l'anteprima a Cannes il 15 maggio. Mostrato per la prima volta, questa mattina, alla stampa italiana (con l'ormai abituale "sequestro temporaneo" dei telefonini per evitare fenomeni di pirateria), il film ha messo in luce il suo vero aspetto. La brama di potere è il demone che distrugge la serenità e le speranze di Anakin Skywalker (Hayden Christensen). Le guerre tra Jedi e i Sith dominano le due ore e venti minuti della pellicola "segnata" dal cambiamento di Anakin, da eroe buono al terribile Darth Fener, frutto del viaggio all'interno del "lato oscuro del male". Scelta che Skywalker fa per la brama di potere nata dall'incubo che la sua sposa segreta, la regina Amidala (Natalie Portman), possa morire di parto. "La paura del mistero conduce sulla strada del male", sentenzia il saggio Yoda, consigliere Jedi, commentando il desiderio di Skywalker di sconfiggere la morte. Proprio Amidala si fa portavoce dell'altro tema del film: il pacifismo. Perché nell'ultimo capitolo di Guerre stellari è proprio la perdita della pace a rappresentare la sconfitta che porterà poi ai vari episodi della saga usciti finora. La regina Amidala chiede ad Anakyn di far cessare la guerra ma lui è, ormai, desideroso solo di potere, disposto anche a sfidare il vecchio maestro Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor), perché "chiunque conquisti il potere ha paura di perderlo, persino gli Jedi". E la violenza annunciata da Lucas? Il "bagno di sangue" che i critici americani hanno riportato dopo aver visto il film? Francamente i timori del regista sembrano molto esagerati anche se la trasformazione di Anakin in Fener non manca di brutalità soprattutto per come si riduce il ragazzo. Inevitabili i riferimenti politici con l'attualità, anche se l'atmosfera della "galassia lontana lontana, tanto tempo fa" non autorizza alcun richiamo preciso. A una frase, pronunciata da Amidala, si potrebbe ricondurre la filosofia della saga e di Lucas: "E' così che muore la libertà, sotto scroscianti applausi".