Il cinema e le arti visive. A questo connubio è dedicato il numero speciale di luglio-ottobre della rivista Close-up, curato da Giacomo Daniele Fragapane e Antonio Pezzuto e presentato questa mattina a Palazzo Gradari alla Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro. "Sul rapporto tra il cinema e le altre arti si è scritto tanto, ma quello che interessava a noi era indagare come esse abbiano recepito e siano state influenzate dal linguaggio cinematografico" spiega Pezzuto: dalla fotografia, alla pittura, dalla video-arte all'architettura. Al centro di ogni discorso resta comunque "il cinema e la sua identità", chiarisce il direttore della rivista Giovanni Spanoletti. "Il cinema sta vivendo una profonda trasformazione e sempre più difficile diventa tracciare un confine preciso con le altre arti visive. Dove comincia il video e dove il cinema? Un tempo la linea di demarcazione era dato dal supporto tecnico utilizzato, nel secondo caso la pellicola. Oggi il digitale ha rimesso tutto in discussione". L'intento è anche quello di riaprire un discorso teorico sulla settim arte. "Le teorie ontologiche di Bazin appaiono ormai superate - continua Sapgnoletti -. Noi vogliamo ridare centralità al cinema come luogo di riflessione per gli intellettuali, come lo era per Pier Paolo Pasolini, ma non adottando un punto di vista accademico, ma formativo e didattico. Favorire una riflessione a tutto campo su quello che è il destino del cinema oggi". Il prossimo numero di Close-up sarà dedicato a un tema ancora più complesso anticiapa il direttore della rivista: "Il rapporto tra cinema e letteratura".