"Non provo rabbia, sono deluso come cittadino". Così Massimo Giletti a proposito della scorta che gli è stata assegnata alla fine di luglio in seguito alle minacce del boss mafioso Filippo Graviano.

"Sapere che le intercettazioni, risalenti al mese di maggio, erano finite in un libro di Lirio Abbate non è stato bello. Qualcuno ha tenuto queste intercettazioni nel cassetto. Io so nomi e cognomi di chi non ha avvisato il ministero dell'Interno. Non si scherza con la vita delle persone".

Intervistato dalla giornalista e scrittrice Tiziana Ferrario nell'ambito di "About Journalism", evento tenutosi oggi allo Spazio FEdS, il conduttore di Non è l'Arena non ha nascosto l'amarezza per la vicenda. "Se non fosse uscito Abbate con l'anticipazione sull'Espresso, chissà che cosa sarebbe successo. Siamo giornalisti: dobbiamo porre e porci delle domande".

 

La “colpa” del giornalista è di essersi occupato, nel suo programma televisivo, delle scarcerazioni dei mafiosi dopo le rivolte nelle carceri. "So di aver rotto un sistema e un accordo, forse anche all'insaputa anche del Ministro della Giustizia. A prescindere dal mio rapporto con lui, Bonafede deve spiegare perché ha cambiato idea su molte cose, compreso il suo atteggiamento nei confronti del magistrato Di Matteo".

Tiziana Ferrario - foto di Margherita Bagnara

"Chi controlla le carceri controlla i segreti - continua Giletti - e se fossi ministro prenderei le distanze da un criminale come Graviano che mise le bombe a Paolo Borsellino e uccise don Pino Puglisi"

Ma l’impegno antimafia di Giletti non è recente: da anni racconta l’incredibile storia delle sorelle Napoli, tre donne di Mezzojuso, piccolo centro in provincia di Palermo già “feudo” di Bernardo Provenzano, che essendosi ribellate alla mafia dei pascoli hanno subito ogni tipo di sopruso.

 

"Sono tre donne che grazie a una telecamera hanno visto la luce. Le hanno prese per matte, ma lì c'era la mafia davvero. Ora il comune è stato sciolto e ci sono alla guida tre donne che hanno già lavorato bene a Corleone. Oggi non ci sono più sconfinamenti nei loro terreni".

E conclude: "Parlo di mafia a 4 milioni di persone ogni domenica. Non pensavo di dare così fastidio. Ogni anno 4mila giornalisti in tutta Italia vengono minacciati dalle organizzazioni criminali. La mafia si sconfigge con la cultura". Da sottolineare, in chiusura, l'intervento di Beppe Giulietti, Presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana, in segno di solidarietà verso Giletti.