Buona la prima. Il debutto di Luciano Barisone alla direzione del Festival dei Popoli non poteva essere più felice. 13 mila spettatori e 300 accreditati a Firenze non si vedevano da un bel pezzo. Ma, al di là dei numeri, l'edizione 49 della kermesse dedicata al documentario (che si chiude stasera con la premiazione dei vincitori) sarà ricordata anche per la qualità dei titoli in concorso, con almeno 5-6 doc che avrebbero potuto ambire alla vittoria finale come dimostra la divergenza nella scelta delle due giurie chiamate a premiare i lungometraggi. La giuria internazionale ha conferito il premio al miglior documentario a Holunderblüte di Volker Koepp, serie di ritratti di bambini realizzati nella zona di Kalinigrad, lembo russo di terra tra la Polonia e la Lituania. Paesaggi, volti e cineasta compongono una triade poetica, racchiusa in quadri di grande visionarietà e gusto pittorico che non scivolano nell'estetismo. Premio dei Popoli alla miglior Regia al maestro lettone Herz Frank per Muzigais Meginajums, "ininterrotto viaggio cinematografico - si legge nella motivazione - verso l'animo umano, alla ricerca della passione vitale e dell'essenza della creazione".
La giuria che doveva assegnare invece il premio della distribuzione - la novità introdotta dalla Fondazione Ente dello Spettacolo con l'accordo del circuito digitale Microcinema - ha scelto La vie moderne di Raymond Depardon, terzo atto del progetto Profil Paysans dedicato alle comunità rurali occitane destinate al lento ma progressivo dissolvimento. Opera di grande sensibilità e lirismo che ha ricevuto anche la targa Gian Paolo Paoli per il miglior film etnografico. Dalla sezione stile libero invece, a vincere il premio della distribuzione è stato René di Helena Trestikova, un progetto imponente che ha visto la cineasta ceca riprendere per vent'anni la vita di un uomo, criminale recidivo e autore di due best-seller. Menzioni speciali per L'emprient di Guillaume Bordier, La forteresse di Fernard Melgar e Must read after my dead di Morgan Dews. A bocca asciutta Lumiere du Nord, Amour, sex et Mobylette, l'italiano Rumore bianco e l'algerino Wa laou fil sin, che pure avevano ricevuto grande apprezzamento in sala.
Per quanto riguarda il concorso dei cortometraggi il Premio Lorenzo de' Medici al miglior film è andato allo svedese La Favola del Pennello di Andreas Kassel. Mentre la Giuria del Premio "UCCA – Venti città" ha premiato l'iraniano Mosh Va Gorbe di Bijan Zamanpira e Nahid Ghobadi.