Non ci sarà nessun italiano tra i film in concorso nella 19ª edizione della Settimana Internazionale della Critica (SIC), in programma alla prossima Mostra del Cinema di Venezia, dall'1 all'11 settembre. "Purtroppo tra i 20 film italiani che abbiamo visto non ce n'era uno che spiccasse rispetto agli altri e che ci mettesse tutti d'accordo" ha spiegato Andrea Martini, che guida la commissione di selezione (composta tra gli altri da Francesco Di Pace, Michele Gottardi, Anton Giulio Mancino e Roberto Nepoti), in occasione della presentazione del programma questa mattina a Roma. "Selezionare delle opere prime è affascinante ma anche rischioso - continua Martini -. In passato con Roberta Torre, Vincenzo Marra e Salvatore Mereu abbiamo vinto la nostra scommessa, quest'anno la qualità delle opere che ci sono state proposte o che abbiamo chiesto di vedere non ci ha soddisfatto appieno". Più duro Mancino: "Abbiamo pensato che fosse ingiusto togliere la possibilità di partecipare a un film di nazionalità diversa solo per far spazio a un italiano perché tale nonostante fossero tutti di qualità, ammettiamolo, terribilmente media". Tra i retroscena c'è anche la polemica con Nanni Moretti. "Avevamo chiesto alla Biennale di Venezia di partecipare alla proiezione del film di Valia Santella Te lo leggo negli occhi, prodotto dalla Sacher - racconta Martini - ma con stupore abbiamo saputo che Moretti in persona ha telefonato per far sapere che la nostra presenza non era gradita". Dieci in tutto i film in cartellone, tra i quali prevalgono le cinematografie orientali e mediorientali. Oltre alle sette pellicole in competizione, apriranno e chiuderanno la SIC due opere seconde: P.S. I Love You dello statunitense Dylan Kidd (apre) e Butterfly dalla regista di Hong Kong Yan Yan Mak (chiude), e ci sarà anche un'ottava opera prima, protagonista dell'Evento Speciale, di cui resta per il momento top secret il titolo. Di sicuro non sarà un italiano, annuncia lo stesso Martini. E per sfatare ogni dubbio rivela: "Sarà una commedia brillante diretta da quattro giovani registi argentini". I sette film in concorso sono: Koi No Mon (Otakus innamorato) di Matsuo Suzuki (Giappone), Le grand voyage (Il grande viaggio) di Ismael Ferroukhi (Marocco-Francia), Les liens (Legami) di Aymeric Mesa-Juan (Francia), Sakenine sarzamine sokoot (Dalla terra del silenzio) di Saman Salur (Iran), Una de dos (Una delle due) di Alejo Hernan Taube (Argentina), Uninhibited (Disinibiti) di Chen Leste (Taiwan) e Ve lakachta lecha isha (Prendere moglie) di Ronit e Shlomi Elkabetz (Israele). A quest'ultimo film teniamo in modo particolare - dice Martini - è l'opera prima dell'attrice protagonista di molti film di Amos Gitai, tra i quali anche Or, vincitore della Camera d'Or a Cannes". Nessun filo conduttore unisce i film della selezione, "ma se vogliamo individuare dei temi portanti - spiega Martini - l'incontro tra Oriente e Occidente e l'omosessualità femminile, al centro di tre film: Otakus innamorato, Disinibiti e Batterfly". Quanto alla scelta di aprire e chiudere con due opere seconde: "E' un modo per anticipare un cambiamento che interesserà la SIC il prossimo anno, una sorta di ponte all'introduzione delle opere seconde nel concorso". I sette film concorreranno al Leone del futuro, al Premio Venezia Opera Prima - Luigi De Laurentiis e da quest'anno anche al Premio del pubblico e al Premio della gioventù.