"Siamo tutti in qualche modo profughi, di un Paese o semplicemente di una regione del nostro stesso Paese". A parlare è Tony Gatlif, a Roma per presentare il suo nuovo film, Exils, premiato a Cannes dalla giuria presieduta da Quentin Tarantino con il riconoscimento alla regia e in uscita nelle sale il 26 novembre. "E' un film universale - dice il regista - che poteva essere ambientato in Messico o in una qualsiasi altra parte del mondo". Interpretato dal francese Romain Duris - alla seconda esperienza con Gatlif dopo Gadjo Dilo - e dall'attrice di origine magrebina Lubna Azabal, Exils racconta la storia di Zano e Naïma, entrambi figli di francesi costretti ad abbandonare l'Algeria negli anni '60, che decidono di intraprendere un viaggio verso la terra dei loro genitori alla riscoperta delle loro radici. "Mi identifico nel personaggio di Zano - racconta Gatlif - anche io sono stato costretto ad andare via dall'Algeria quando ero un ragazzo. In ogni film che faccio metto un po' della mia esperienza e quei personaggi stanno a dire che c'è tanta gente come me". Gli esiliati di oggi sono "i ceceni, gli jugoslavi, i curdi - continua il regista - gente che fugge dalla guerra e dalla miseria. Questo perché ci sono politici che ci governano male e c'é sempre un motivo politico alla carestia". Ma quando c'é di mezzo il Maghreb le cose si complicano, "perché - spiega Gatlif - la sua cultura è quella dell'Islam. Una cultura che non andrebbe respinta, ma salvata, perché secolare, piena di musica, di colori, di gioia di vivere. Non è colpa di questa religione - continua - se ci sono persone come gli estermisti che se ne servono per manipolare la povera gente". Come in tutti i film diretti finora da Gatlif la musica gioca un ruolo fondamentale: "Per gli esiliati i ritmi del loro paese diventano la loro casa - dice - e attraverso la musica che riescono a integrarsi agli altri: quando senti che viene suonata e ballata nelle discoteche occidentali è già una vittoria". Il prossimo film, annuncia il regista, sarà una storia d'amore ambientata in Transilvania dal titolo Canto d'amore.