“L'amicizia, i legami profondi sono un valore, anche se tormentati”. Parola di Francesca Archibugi, che dopo il pressing del “presidente del Francesca Archibugi Fan Club” Paolo Virzì porta in sala Il nome del figlio, scritto con Francesco Piccolo e tratto dalla pièce Le prénom, che già ispirò il francese Cena tra amici (2012). Cast all star con Alessandro Gassmann, Valeria Golino, Luigi Lo Cascio, Rocco Papaleo e Micaela Ramazzotti, il film arriverà in 280 copie il 22 gennaio distribuito da Lucky Red, che produce con Indiana Production. Sullo schermo, due coppie: Paolo (Gassmann), estroverso agente immobiliare, e Simona (Ramazzotti), borgatara e autrice di un bestseller, che aspettano un bambino; l'insegnante Betta (Golino), sorella di Paolo,  e suo marito Sandro (Lo Cascio), professore universitario. Con loro, Claudio (Papaleo), eclettico musicista…“Il set è stato un viaggio transoceanico, con un equipaggio fatto di star, eppure generose come se fosse la prima volta”, dice l'Archibugi che Virzì, qui produttore, e altri amici hanno “tirato fuori dal divano in cui mi ero incassata, depressa dopo un progetto sfumato”. Nuovamente dietro la macchina da presa dopo Questione di cuore (2008), l'Archibugi, scrivendo con Piccolo, “ha tenuto il fil di ferro della pièce, ma carne e sangue sono nostri. Eppure, non parlo per bocca dei personaggi: sarebbe una cosa disdicevole”. “Il cinema italiano – prosegue la regista – ha più identità all'estero, mentre da noi è malvisto: certo, veniamo dopo i grandi, ma facciamo film per il pubblico, teniamo alta la bandiera della sala, accantonando velleità autoriali”.
“Personaggi come il mio – dice Gassmann – sono il male primario di questo Paese, mi fanno paura”, mentre Lo Cascio parla del suo come di “un distratto, egocentrico, ma mi piace la sua fragilità: la vittoria dell'amicizia lo porterà alla riscoperta di sé” e Papaleo di uno “in bilico, uno doppio o forse pure triplo: da attore, è la mia aspirazione”.
Sul fronte femminile, la Ramazzotti definisce la Archibugi “la donna più importante della mia vita: se nona vessi sposato Virzì, avrei sposato lei”, mentre la Golino, che ritrova la regista 18 anni dopo L'albero delle pere, dichiara “la volontà di rigiocare con Francesca” e parla della sua Betta quale “affettuosa, docile, remissiva: persona amabile, non compiuta”. Nel finale, assistiamo a  un parto: è davvero quello di Micaela Ramazzotti, ripreso da Francesca Archibugi. Già, Il nome del figlio...