Il Consigliere culturale e il Primo Segretario dell'Ambasciata cinese in Italia sono intervenuti alla proiezione stampa a Roma del film Song of Silence. Il film cinese prodotto nel 2012 arriva da noi grazie allo sforzo congiunto tra Gianluigi Perrone (sceneggiatore e produttore italiano, in Cina dal 2006 con trasferimento definitivo nel  2012, collaborazione con alcune tra le principali produzioni indipendenti di Pechino) e la Distribuzione Indipendente, società che porta il film in sala a partire dal 29 maggio:  all'inizio con circa 28 copie nelle principali città con l'obiettivo di aumentare gradualmente il numero, nell'ottica di una scelta che vuole evitare l'immediata uscita contemporanea a favore di tempi di copertura del territori più lunghi.  
A dirigere il film è Chen Zhuo, nato nel 1978 a Changsha nella provincia dello  Hunan Di lui (assente al pari degli attori per motivi logistici e organizzativi), riferisce Perrone, che lo ha ben conosciuto sul set. Precisa che Chen da giovane studia arti figurative, si laurea in architettura, fa esperienze di produzione d' arte contemporanea, animazione, fotografia e video sperimentali. Si potrebbe dire che il cinema arriva come ideale complemento di questo terreno multimediale. E Song of silence è infatti il suo film d'esordio.  
Avendo come modello il cinema russo (in particolare Tarkowsky) e tra gli americani lo Spike Jonze di Her,la storia è quella di Jing, adolescente sordomuta, figlia di genitori separati. Tutto ruota intorno alle sue difficoltà nel costruirsi il giusto ambiente per vivere e crescere. Nelle note di regia, Chen precisa che “Il silenzio e il canto sono il nucleo centrale del film: il primo rappresenta pazienza e perdono, è una risposta realistica; il secondo rappresenta rottura e catarsi, è l'ideale della parola”.
Ne esce, con molte sfaccettature, il ritratto di una nuova generazione di  giovani cinesi  nel sud della Cina. Perrone  ci tiene a sottolineare l'importanza di tenere ben vivi, a anzi di accrescere, questi scambi di esperienze tra Italia e Cina. Quello cinese è, come giustamente si dice, un mondo a parte con molta voglia di tenere aperti canali di contatto e arricchimento reciproco. Il cinema può rappresentare un territorio importante sotto il profilo culturale e commerciale.