Sono probabilmente in pochi a sapere che nel 1944, in piena guerra mondiale, a combattere lungo la Linea Gotica c'erano anche militari brasiliani, giovanissimi venuti a combattere una guerra che non li riguardava, in una terra a loro sconosciuta. In 22.000 arrivarono a Napoli vestiti di nulla, spediti nel gelido inverno bellico del Nord Italia, in un periodo in cui si pensava che nelle Americhe del Sud vivessero solo selvaggi dediti al cannibalismo. È da questa curiosa lacuna nella memoria storica (italiana ma anche brasiliana), che prende forma La montagna, nuovo film di Vicente Ferraz (Il Mammuth Siberiano), le cui riprese sono terminate in questi giorni: la storia di alcuni soldati brasiliani che, persi in mezzo alla neve, smineranno un campo insieme a due disertori per far passare le truppe venute a combattere i nazi-fascisti. Una coproduzione che vede unite, capitanate dal Brasile, anche Italia (con la Verdeoro di Daniele Mazzocca) e Portogallo. Dalla sua, il Belpaese ha offerto i paesaggi del Friuli Venezia Giulia, dove è stato girato il film, e la presenza di Sergio Rubini nel ruolo di un soldato, ex repubblichino, in fuga dai suoi doveri di militare: "Partecipare a questo progetto - ha dichiarato l'attore - è stata un'ottima occasione per fare incontri e scambi tra diversi paesi, in un'Italia che sembra essersi scordata cosa vuol dire l'apertura culturale. In Italia il cinema è chiuso, e questa è la negazione del cinema stesso".
La Direzione Generale per il Cinema ha riconosciuto al progetto l'Interesse Culturale Nazionale, aiutando con 400.000 euro la produzione del Brasile, paese con il quale nel 2008 l'Italia ha firmato un Trattato di Coproduzione Cinematografica, dando così inizio a una serie di scambi con il fine di migliorare le rispettive industrie cinematografiche.
"E' stata per me una grande emozione poter realizzare questo film in Italia", racconta Vicente Ferraz. "Da giovane il vostro paese era il mio modello per quello che riguardava il cinema e il mio primo film è stato distribuito, subito dopo il Brasile, proprio in Italia dalla Fandango, con la quale spero di continuare questa ottima relazione iniziata qualche anno fa", dice ancora il regista.
Daniel de Oliveira, il giovane protagonista del film spiega invece che La montagna "è un film sulla guerra ma che parla di pace", in puro stile brasiliano: le truppe militari hanno come stemma un serpente con del fumo che esce dalla bocca perché "è più facile che un serpente fumi la pipa che il Brasile entri in guerra"...
Il film, ancora in fase di montaggio, dovrebbe essere pronto per settembre, in concomitanza con la prossima Mostra del Cinema di Venezia.