Sobrio nella forma, ricco nella sostanza. E' un abito che Tertio millennio Film Fest - la rassegna organizzata dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, dal 4 al 9 dicembre alla Sala Trevi di Roma - veste bene. Edizione n° 16. Bel traguardo, considerando le difficoltà che le manifestazioni senza tappeto rosso scontano in Italia e il triste ostracismo della stampa nostrana, sensibile sì alla cultura ma solo se calca le passerelle.
Non a caso è rivolto ai cronisti il richiamo con cui Dario E. Viganò chiude la conferenza stampa di presentazione del festival: "Ci sono eventi fasulli che esistono solo perché ne parlano i giornali - dice il Presidente FEdS e Direttore Artistico del festival, con Marina Sanna - e altri che non esistono solo perché non se ne scrive. Voi giornalisti avete una grande responsabilità". Tutto questo al termine di un incontro tenutosi nella sede del Pontificio Consiglio della Cultura (che insieme a quelle delle Comunicazioni Sociali patrocina da sempre la manifestazione, fortemente voluta a sua tempo da Papa Giovanni Paolo II), che ha vissuto il suo momento culminante alla consegna del Premio Rivelazione dell'Anno a Tea Falco, la protagonista di Io e te di Bertolucci.
E' il primo degli RdC Awards - sono i riconoscimenti al cinema della Rivista del Cinematografo - che saranno consegnati il prossimo 7 dicembre nella consueta serata di gala di Tertio Millennio. L'unica, perché a tenere banco durante la rassegna sarà soprattutto il cinema, quello con la maiuscola: "Non abbiamo voluto sottometterci alla logica isterica delle anteprime, che pure ci sono, - chiarisce Viganò - ma puntare forte su una suggestione tematica e scegliere i film che meglio sapessero coglierla". E il tema è tutto nel titolo di questa edizione, "Tra cielo e terra - Il paradosso della realtà": non dalla terra al cielo e nemmeno il contrario. Il titolo che mette il cappello a Tertio Millennio Film Fest indica uno spazio tra. Liminare. Una soglia che insieme unisce e separa. E' lo spazio dell'enigma o, se preferite, il paradosso della realtà: "Mentre il mondo sembra definitivamente collassato dentro il grande simulacro di se stesso - chiarisce Viganò - il cinema sa ancora essere diverso. Si tratta di un'inedita cartografia per immagini della società contemporanea, rotte che riportano lo spettatore a una dimensione più autentica dell'esistenza". Il filo conduttore è la natura, "lontana però dalle utopie degli anni '60 e dalla nostalgia di ritorno oggi - continua il Direttore di Tertio - e assai più problematica. Si tratta di capire se, fuori dal cyberspazio, sia rimasto ancora un habitat disponibile per l'uomo e come può essere abitato". Tocca allora a titoli come The Grey (preview il 4 dicembre con il film che uscirà nelle sale il 5 distribuito da Koch Media), Take Shelter, Leones o Thy Womb, assumere su di sè il carico "di fascinazione, orrore, speranza e disperazione che un ritorno al mondo vero può oggi suscitare dopo anni di ubriacatura virtuale". E' certamente vero il mondo dei conflitti - lo stiamo sperimentando in questi giorni con il rinfocolarsi della crisi mediorientale - messo in scena da La bicicletta verde (il primo film di una regista donna dell'Arabia Saudita, Haifaa Al Mansour, che aprirà ufficialmente Tertio Millennio) e Water, il lavoro collettivo prodotto dall'Università di Tel Aviv, che dovrebbe essere presentato dal regista israeliano Yona Rozenkier e quello palestinese Ahmad Bargouthi, attesi nonostante le tristi vicissitudini in Patria. Tra i protagonisti della kermesse anche il cinese Li Ruijun che porterà il suo Fly with the Crane, ovvero poesia contro la pratica della cremazione. E' un festival che va avanti e indietro nel tempo, dal restauro di Dio ha bisogno degli uomini di Jean Delannoy (proiezione il 7 dicembre introdotta dal Direttore del Festival di Venezia Alberto Barbera) al presente pieno da preservare, quello degli italiani Roberto Minervini (Low Tide) e Sabrina Varani (Riding for Jesus). Come suggerisce il conservatore della Cineteca Nazionale, Enrico Magrelli, "Tertio Millennio è un festival pensante". Una riflessione per immagini e parole che non si accontenta dei film ma prevede incontri ad hoc (come l'evento speciale del 5 dicembre, organizzato in collaborazione con il Servizio per la Promozione del sostegno economico della Chiesa Cattolica della CEI, che alternerà proiezione di corti e dibattiti), focus (quello su cinema e religioni curato da Dina D'Isa, che propone una rilettura di Corpo celeste insieme alla sua autrice, Alice Rohrwacher), convegni internazionali (dal 27 novembre al 1° dicembre c'è quello che si terrà a Grottaferrata e Frascati, "L'Arte nell'Anima", organizzato con l'associazione Art Promotion). Una finestra sul cinema contemporaneo da cui si affacciano le cose che davvero servirebbero ai festival: film, idee, qualità.