Ancora in corso a Roma le riprese di Se sei così, ti dico di sì, il nuovo film di Eugenio Cappuccio che, “tra commedia e autorialità, propone un ritratto del sistema televisivo italiano”, dice Claudio Trionfera di Medusa, che porterà il titolo nelle sale nella primavera 2011. Ambientato tra la Puglia, Roma ed il Texas, la pellicola è prodotta dalla Duea dei fratelli Avati.
Pietro Cicala (Emilio Solfrizzi) è un cantante diventato famoso negli anni '80 e subito caduto in rovina, che torna sulla cresta dell'onda trent'anni dopo, grazie ad un programma televisivo (“I migliori anni” di Carlo Conti) e all'incontro con la gossip girl del momento, Talita Cortés (Belén Rodrìguez). Dopo quattro anni da Uno su due, il Cappuccio “outsider” (Antonio Avati), torna al cinema con una tecnica innovativa: “Abbiamo usato per la prima volta in Italia una macchina che non è propriamente una cinepresa, ma una sorta di fotocamera ad altissima definizione, in grado di registrare 24 fotogrammi al secondo”. Una scelta che ha permesso una certa scioltezza, soprattutto per l'illuminazione, ed un discreto risparmio sul budget, che, a detta del produttore, “ammonta, complessivamente, a due milioni e mezzo di euro”. Inoltre, “la produzione ci ha permesso di girare seguendo la sequenza cronologica della sceneggiatura - prosegue il regista - agevolando il mio lavoro e quello degli interpreti”.
“Il protagonista è un uomo a tutto tondo - racconta Solfrizzi - che vive delle grandi contraddizioni e passa dal dramma alla felicità, alternando tragico e comico”. Anche Belén confessa di aver avuto la stessa impressione nei confronti di Talita Cortés: “Inizialmente mi sembrava un personaggio semplice da interpretare, perché simile a me, ma parlando con Eugenio ho capito che avrei dovuto impegnarmi molto per trovare una chiave di lettura differente”.
Entrambi si mostreranno al pubblico in una veste completamente nuova: mora e con i capelli corti lei, appesantito e con una criniera bianca ed incolta, lui. “Abbiamo cercato di approfondire - interviene lo sceneggiatore Claudio Piersanti - la precarietà dell'esistente e la velocità vertiginosa in cui viviamo, mantenendo un registro leggero”. “Facendo attenzione ad ogni dettaglio - incalza Cappuccio - lavorando sulla profondità di campo, per mettere in risalto anche le azioni sullo sfondo, come ho imparato da Fellini”. E sul sistema mediatico, Belén non ha dubbi: “Non mi offendo se ad essere messe in mostra sono solo le mie curve: è un meccanismo che conosco molto bene, con il quale ho scelto da tempo di giocare”. E aggiunge: “Tutti vogliono il successo facile, anche a costo di scendere a compromessi”. Ma quando interrogata sul caso Ruby, la soubrette risponde: “Il premier? Lo conosco dai tempi in cui ero la compagna di Marco Borriello, l'ex calciatore del Milan, e mi sta simpatico. Della ragazza posso solo dire che da qualche giorno non fa altro che passeggiare sotto l'ufficio di Fabrizio Corona, nella speranza che un incontro fugace con lui sia fotografato dal paparazzo di turno”. A tal proposito, il testimone torna a Cappuccio che termina sul film: “La mia pellicola è ben sintonizzata con questo tipo di realtà mediatica, legata alla televisione e ai gossip, e corre il rischio il lasciarsi coinvolgere, forse troppo, dall'attualità.”. “La tentazione è forte - sottolinea - ma siamo stati attenti, merito anche di Emilio e Belén”.