Lisbeth Salander è tornata. Suo malgrado. L'hacker androgina e rapace (di fatto e di nome: Noomi Rapace è l'attrice che dà volto all'eroina) si trova implicata come principale indiziata in un caso di triplice omicidio: due collaboratori della rivista Millennium che indagano su un giro di prostituzione sono stati uccisi insieme al vecchio tutore di Lisbeth, l'indigesto avvocato Bjurman. La polizia, e non solo, è alle sue calcagne. Toccherà all'incorruttibile reporter Mikael Blomkvist tirarla fuori dai guai. E' La ragazza che giocava con il fuoco, secondo episodio cinematografico della trilogia letteraria creata da Stieg Larsson, Millennium. Sequel di Uomini che odiano le donne, il film - che segna l'ingresso nella saga di Daniel Alfredson, sostituto in regia di Arden Oplev - sarà nelle sale italiane dal prossimo 25 settembre distribuito ancora dalla BIM (uscirà in circa 250 copie). Il terzo e conclusivo episodio arriverà invece in primavera. "Abbiamo completato le riprese di tutte e tre i film nel giro di un anno e mezzo - spiega il Blomkvist della fiction, Michael Nyqvist, a Roma per la conferenza stampa di lancio - con l'idea di attraversare l'universo di Stieg Larsson senza tradirlo, ma lasciandolo così come l'aveva creato. Sia i libri che i film contengono delle differenze tra il primo e gli ultimi due episodi. Se nel precdente lo spettatore condivide le informazioni dei due protagonisti, in questo e nell'ultimo il pubblico sa qualcosa in più di loro, secondo i canoni più tradizionali del thriller che Larsson a un certo punto aveva adottato". Cambiamenti che, come conferma l'attore scandinavo, hanno interessato anche lo stile: "Il primo film ha più un look cinematografico, parte dalle immagini, dalle foto, per scoprire cosa ci dicono, e ha un sottofondo mistico quasi. Qui prevale la caccia, l'inseguimento della verità. L'idea era quella di cambiare atmosfera, umore, il modo di raccontare la storia. Daniel (Alfredson, NdR) che ha realizzato il secondo e il terzo, ha modificato posizioni e macchina da presa, passando da una camera fissa a una steadycam. Questo ha modificato lo stile della narrazione, rendendola più dinamica e portando lo spettatore direttamente nell'azione". Per quanto riguarda invece l'evoluzione del suo personaggio, Nyqvist dice solo "che diventerà più paranoico con l'andare del tempo. E sempre meno gentile e simpatico". Blomkvist - che era "l'alter ego di Larsson, ovvero quello che lo scrittore avrebbe voluto essere" - è un eroe che piace molto al suo interprete per via "dei suoi principi etici e del suo successo con le donne". Tra i colleghi che più ammira invece c'è un italiano: "Mastroianni, lui è il più grande. Cerco sempre di rifarlo quando recito. Non ve ne siete accorti?". Si nasconde dietro un poco credibile "Top secret" quando invece gli si chiede notizia sul possibile remake americano della trilogia. Aggiungendo ironico: "Si mormora che Tarantino sia stato a Stoccolma, e che voglia rifare il film con Brad Pitt nel mio ruolo. Io non ho mai capito questo vizio americano di rifare le cose. Hanno paura delle altre culture forse? Chiamassero me! Ve la immaginate la trilogia Millennium ambientata in Alabama? Vedremo...".