“Una dichiarazione d'amore e di follia”. Così il produttore Roberto Cipullo descrive Outing - Fidanzati per sbaglio, commedia con Nicolas Vaporidis e Andrea Bosca nei panni di un'improbabile coppia di fatto. Nella storia sono due amici, Federico e Riccardo, disposti a fingersi gay pur di ricevere i finanziamenti regionali destinati a giovani imprenditori pugliesi.  I ragazzi sono spinti da motivazioni e necessità diverse: Federico è disoccupato ma deve occuparsi da solo del fratello minore, dopo la perdita dei genitori in un incidente stradale, mentre Riccardo vorrebbe aprire un atelier di moda, ma si ritrova a lavorare come commesso a Milano.
La pellicola, prodotta da Camaleo e Red Carpet e distribuita da Al Entertainment dal 28 marzo in oltre 200 sale italiane, è diretta, scritta e montata da Matteo Vicino.
Ambientata in Puglia, “ma senza nemmeno un euro di finanziamento”, precisa Cipullo, che parla di “mancanza di coraggio” e “riconoscimento tardivo del valore dell'opera” da parte della Regione, la pellicola “non si poteva girare altrove perché parla di un Governatore che fa un bando dedicato alle coppie di fatto ed era la Puglia la versione più verosimile”. “Il mio accento, però – aggiunge Vaporidis – non è una citazione di Nichi Vendola, ma di Checco Zalone”.
Le delucidazioni in materia sono d'obbligo quando, per stessa ammissione di Massimo Ghini, si parla di un “argomento trattato in maniera politicamente scorretta”. Il suo personaggio, in effetti, riveste un ruolo di potere (direttore di un quotidiano locale) con segreti ventennali (la propria omosessualità) con cui convive promuovendo cambiamenti socio-economici, ma senza esporsi in prima persona.
“ Questo film è una provocazione– spiega Vaporidis – Anche se non sono politicamente attivo, faccio polemica sui social network come stimolo generazionale al miglioramento. In Italia, d'altronde, di materiale per ribellarci ne abbiamo parecchi e nella storia si truffa lo Stato perché “costretti”. Non amo questo atteggiamento, ma sembra che sembra che alla fine si scenda a compromessi con il potere: questi ragazzi non vogliono rubare i soldi, fingono per avere una possibilità di mostrare il loro talento, quando non hanno altra alternativa. Siamo un Paese di furbi in cui l'unico onesto fa la figura dell'imbecille”.
“Il fine giustifica i mezzi? – si chiede Andrea Bosca – Il mio personaggio non ci crede, ma si adatta. Per me è stata una sfida, mi sono buttato, senza rete, alla velocità di 100km all'ora non sapendo verso dove, è stato un bel rischio. Comunque alla fine non diamo morali, anzi io e Vaporidis sembriamo Scemo e più scemo e cerchiamo solo di far sorridere trattando questi temi”. “La nostra speranza – aggiunge il collega – è di non aver offeso nessuno. Il tentativo era appunto quello di chiedersi come i giovani vogliono realizzarsi, capire quanto costano i loro sogni e cosa sono disposti a fare pur di raggiungerli.  Non vogliamo certo incitare alla truffa, ma raccontare un'Italia che ci sta stretta, che non è giusto essere costretti a lasciare”.