60mila dollari. Per i canoni hollywoodiani, una miseria. Meglio, il minimo sindacale. Ma Jonah Hill per lavorare con Scorsese avrebbe pure venduto la madre: non è servito, ma s'è dovuto decurtare di qualche milione di dollari il suo abituale cachet. Così, ha potuto fare da spalla, e che spalla!, al Jordan Belfort di Leo Di Caprio in The Wolf of Wall Street, da oggi anche nelle nostre sale. A rivelare il proprio compenso (a Howard Stern), lo stesso Hill: anziché la consueta cifra a sei zeri, per i sette mesi di riprese ha accettato il salario minimo del sindacato degli attori (SAG), 60mila dollari al netto di tasse e commissioni.Comunque, rileva il daily Variety, non è la prima volta che una star accetti di tagliarsi lo stipendio per lavorare in un film: proprio Di Caprio rinunciò al suo consueto cachet intorno ai 20 milioni di dollari per interpretare Inception di Chris Nolan nel 2011, progetto inizialmente considerato rischioso da Warner Bros., accettando in compenso una percentuale sugli incassi.
Ebbene, forse è lo stesso schema adottato da Jonah Hill, e forse – The Wolf of Wall Street, costato 100 milioni di dollari, ne ha già incassati 92 negli Usa e 77 nel resto del mondo – potrebbe rendergli assai: Di Caprio non ha mai ottenuto una paga più alta di quella per Inception. 50 milioni di dollari!
Non solo, dopo quella per Moneyball – L'arte di vincere, Hill ha ricevuto per il Donnie Azoff di The Wolf la sua seconda nomination da non protagonista agli Academy Awards. E Hollywood monetizza pure questo: a meno che non lo richiami Scorsese, quei 60mila dollari Jonah non li accetterà mai più. Perché nessuno avrà più il coraggio di offrirglieli.