“Non solo un grande pittore, ma un pittore cinematico, di cui mi affascina il contrasto, la tensione tra un'umanità dura, complessa e le sue opere sublimi”. Parola di Mike Leigh, a Roma per presentare Turner (Mr. Turner), il biopic dedicato agli ultimi 25 anni del celeberrimo pittore inglese (1755-1851), dal 29 gennaio nelle nostre sale con Bim. Candidato a  quattro premi Oscar, il film presentato in anteprima mondiale all'ultimo festival di Cannes, dove il protagonista Timothy Spall vinse quale migliore attore, avrebbe potuto avere una parentesi italiana, in virtù dei numerosi viaggi nel nostro Paese compiuti dall'artista britannico, in particolare a Venezia: nulla da fare, perché si trattava di “un progetto low budget, e… avete presente quanto costa un caffè in piazza s. Marco? Bene, pensate che significa bloccare dei quartieri della città e riadattarla all'epoca. Comunque, questa decisione è stata una sofferenza, avevamo fatto anche dei sopralluoghi”. Niente da fare pure per una possibile co-produzione ad hoc con l'Italia: “C'abbiamo provato, abbiamo fallito: gli italiani avrebbero partecipato solo se l'Italia avesse avuto tanto spazio, ma così non era”. Turner è girato in digitale, sebbene Leigh sia sempre stato un “appassionato sostenitore della pellicola: purtroppo, i laboratori stanno chiudendo, la pellicola vergine è irreperibile, è un supporto obsolescente, se non obsoleto. Abbiamo nostalgia, ma non ci siamo venduti: il digitale è la realtà di oggi”. Se “Timothy Spall è stata la mia unica scelta”, Turner – continua il regista di Segreti e bugie – “rimane enigmatico, contraddittorio: gli piaceva la sua doppia vita, era serissimo nella sua arte ma aveva un umorismo ferocemente anarchico”. Ultima parola a Marion Bailey, attrice e compagna di Leigh, che interpreta Sophia Booth, amante e compagna di Turner: se per Turner “il sole è Dio”, per Leigh “la vita è Dio: non ci sono personaggi non importanti nel suo cinema, anche il più piccolo è sfaccettato, vivo”.