Cinema europeo: istruzioni per l'uso. Potrebbe essere questo lo slogan del 14° Festival di Lecce diretto da Alberto La Monica e Cristina Soldano, aperto a 360° sul cinema del vecchio continente.
Non solo film infatti, ma incontri, occasioni di dibattito, mostre, omaggi, retrospettive – per il piacere degli occhi e dello spirito zoom su Aki Kaurismaki e Fernando Di Leo. Dopo due giorni dall'apertura si avverte già l'effetto positivo che la circolazione delle idee porta con sé, soprattutto quando veicolate dai tanti registi, attori, produttori e distributori  internazionali presenti alla manifestazione per accompagnare i loro film ed incontrare il pubblico.
I titoli in cartellone attraversano tutti i generi. A volte si tratta di opere impegnative, come Vita da non morire mai prodotto da Flavia Parnasi e diretto da Silvana Maja, già autrice di Ossidiana, che segue le vicende di tre donne che per mano conducono lo spettatore attraverso la più antica emozione umana: la paura che deriva dall'essere colpiti da una malattia; o Three Worlds di Catherine Corsini, dramma imperniato sui travagli interiori legati alla responsabilità personale, al senso di colpa, al castigo. Altre invece sono decisamente più rilassanti come la commedia noir Il pasticciere di Luigi Sardiello, che ha aperto la manifestazione. Occasione però tutte per riflettere su quanto si produce negli altri paesi, al di là di meriti ed effettive qualità. E infine per meditare su come l'industria cinematografica possa rappresentare una risorsa economica in grado di risollevare il Pil e garantire posti di lavoro, sabato un'attesa  tavola rotonda dal titolo “Creatività e redditività del cinema europeo”.