Riscoprire le proprie radici attraverso la forza delle immagini, rese vive da una musica avvolgente che fa da protagonista. Questo è Passaggi di tempo, documentario sulla Sardegna, diretto da Gianfranco Cabiddu, con direzione musicale del jazzista sardo Paolo Fresu. E' la storia del viaggio umano e artistico di un insieme di musicisti sardi che si confrontano con la propria identità culturale e geografica. Un gruppo composito formato da Fresu alla tromba e al filicorno, Furio Di Castri al contrabbasso, Mauro Palmas a chitarre e mandola, Luigi Lai alle launeddas, tipico strumento a fiato sardo, Carlo Cabiddu al violoncello, Federico Senesi alle percussioni e Antonello Salis alla Filarmonica. Il tutto avvolto dalla calda voce di Elena Ledda e dal coro polifonico Su Concordu e Su Rosariu. Ognuno recita se stesso, mentre a commentare l'avventura è il regista, che a sua volta è un etnomusicologo. In realtà questo progetto era nato dieci anni fa con lo spettacolo, ideato dallo stesso Cabiddu, Sonos 'e memoria, dove le immagini sulla Sardegna degli anni '30, '40 e '50, recuperate dal regista dagli archivi dell'Istituto Luce, erano raccontate dai musicisti che suonavano dal vivo. Alla rappresentazione, che ha girato tutto il mondo, hanno partecipato artisti internazionali come Uri Caine, Gerardo Nunez e Ernst Reijseger. Oggi quello spettacolo è diventato un film che si propone come una "sinfonia di emozioni", come l'ha definito Fresu, a Roma col regista per presentare l'opera. "E' sempre stato il mio sogno scrivere musica per il cinema – dice il compositore – perché permette di mantenere quel margine d'improvvisazione tipico del jazz. E' per questo che ho accettato con entusiasmo la proposta di Cabiddu". Passaggi di tempo, che uscirà in 12 copie prima in Sardegna, il 18 febbraio, e poi il 22 a Roma è un film di montaggio: le immagini storiche sono infatti alternate a scene del presente che mostrano la bellezza della natura e dei costumi del popolo sardo. Il 16 febbraio il film sarà proiettato in anteprima all'Auditorium di Roma seguito da un concerto. Per Cabiddu "la tradizione è fondamentale per affrontare il futuro, è il trampolino di lancio per approdare con coscienza a nuove esperienze. E la musica segna ogni passo di quest'avventura". E così note jazz e toni per così dire "moderni" si sono mescolati alle arie tradizionali sarde. "Purtroppo – nota Fresu – l'austerità tipica di questo popolo ha impedito nel tempo che la musica locale fosse esportata all'estero. Un vero peccato perché abbiamo delle peculiarità musicali tra le più antiche del Mediterraneo". Il musicista, sempre aperto alle contaminazioni sonore si sta ora dedicando ad un nuovo progetto con Ferdinando Vicentini Orgnani, con cui ha già lavorato in Ilaria Alpi - Il più crudele dei giorni: "Si tratta di un documentario – ci racconta - ambientato in Sudafrica, sulla comunità degli Zulù. Sarà un racconto suggestivo di culture a confronto in cui sono coinvolti 20 musicisti locali. Abbiamo iniziato le riprese a settembre, ma torneremo in Sudafrica il 19 marzo per la seconda fase".