Dopo una settimana di pellicole restaurate, di capolavori in Cinemascope, Vistavision e in 70 mm, di spezzoni di cinema di cento anni fa e di filmati di bizzarre operazioni chirurgiche del 1906, la chiusura della 18ª edizione del festival "Il Cinema Ritrovato" organizzato dalla Cineteca del Comune di Bologna, è stata lasciata a Saraband, l'ultimo imprescindibile lavoro di Ingmar Bergman. Tutti sanno che il maestro svedese ha oramai demandato al mezzo televisivo ogni sua nuova ispirazione poetica e di scrittura e che sono più di vent'anni che le sale cinematografiche non proiettano suoi film. Fatto sta che nonostante il mezzo, lo stile e la topica bergmaniana rimangono immutati anzi, con il tempo si confermano visione moderna e riflessione continuamente aggiornata sulla composizione dell'immagine. Saraband riprende i protagonisti di Scene da un matrimonio (1974), il professor Johan e l'avvocato Marianne, divorziati da tre decenni e di nuovo vicini per una fortuita visita di Marianne nel cottage di lui. E come ogni film di Bergman che si rispetti, il microcosmo sociale viene ridotto ad un fraseggio a poche voci, dove il tempo non è più una variabile, lo spazio un concetto puramente mentale e dove la parola, il dialogo, le informazioni verbali assumono su di sé il significato dell'intera pellicola. Johan, oramai vecchio e malato, ha un figlio, Henrik, professore di violoncello e una nipote, figlia di Henrik, Karin che di quello strumento diverrà forse una specialista. Inutile dire che non sarà tanto il meeting tra Johan e Marianne (e non va dimenticato, interpretato da una sempre splendida Liv Ullman) a trascinare con se Saraband, ma sarà il conflitto edipico, l'ipotetico incesto, l'odio/amore tra le tre generazioni della famiglia di Johan, il tutto all'ombra della minacciosa e silente presenza della morte, a caricarsi il fardello drammaturgico dell'intera opera. Ed è proprio l'assistente alla regia Torbjorn Ehrnvall, a Bologna assieme alla moglie Pia Ehrnvall, produttrice esecutiva di Saraband e degli ultimi lavori televisivi del maestro di Uppsala, ad aver presenziato alla proiezione in anteprima nazionale ospitata dalla cineteca bolognese e a raccontare alcuni retroscena della lavorazione del film: "Bergman è abituato da almeno 15 anni a lavorare in studio con tre cineprese televisive. Era sua intenzione provare a girare in 35mm poi ha pensato che la copia video la si sarebbe potuta riversare in pellicola. Per ora Saraband è proiettato su supporto video e va detto che abbiamo usato la migliore tecnologia digitale presente sul mercato". Continua Ehrnvall: "Dopo la stesura dello script e la scelta degli attori tra la fine del 2001 e l'inizio del 2002, la preparazione di Saraband è continuata con la spedizione via fax, degli storyboard, perché Ingmar è rimasto spesso lontano da Stoccolma, sull'isola di Faro, e anche durante i 40 giorni di riprese si è limitato, soprattutto per questioni di affaticamento dovute all'età (Bergman compirà 86 anni il 14 di luglio, n.d.r.), ad essere sul set un giorno si e uno no. Ma il suo controllo sul film è stato totale, ve lo posso assicurare". Non possiamo quindi che sperare in una distribuzione in sala (che avverrà probabilmente soltanto quando la qualità del riversamento in 35mm avrà soddisfatto Bergman). Il film andrà comunque in onda su Raidue nella prossima stagione, come annunciato da Rai Fiction, che lo ha coprodotto con la tv pubblica svedese Svd.