“E' la figura esemplare di Cristina da Pizzano che mi ha scelto. Ho avuto il desiderio di raccontare un'idea all'avanguardia in un momento storico così buio: una donna medievale che ce l'ha fatta, mentre oggi le donne sono ridotte a merce di scambio”. Così Stefania Sandrelli presenta Christine Cristina, suo esordio alla regia, diretto insieme al compagno Giovanni Soldati e con la supervisione, soprattutto per l'aspetto letterario, di Furio Scarpelli, che Stefania ricorda così: “Ho fatto almeno cinque film con lui. Era come un angelo sul set. Mi diceva che ero ineffabile ”.
Presentato al Festival di Roma e in sala dal 7 maggio con 01 distribution, Christine Cristina uscirà in 20 copie, affidandosi al fenomeno del passaparola: “Anche se il passaparola è tremendo”, dice la Sandrelli, che puntualizza: “Vent'anni fa con Buongiorno Amore tutti mi chiusero le porte in faccia. Oggi sono riuscita a realizzare il mio sogno di dirigere una film! Ne farei altri cento e perché no? Potrei ritrarre altre donne interessanti da portare sullo schermo”.
Di Christine Cristina, la neoregista dice: “E' la storia di un'italiana che si trasferisce giovanissima alla Corte di Francia. Poteva essere una coproduzione italo-francese, in cui poteva recitare Gerard Depardieu nel ruolo di Charleton. Poi è diventato un piccolo film con attori italiani, girato tra i dintorni di Roma e un set riciclato a Cinecittà”. 
Nei panni di  Cristina da Pizzano, poetessa poco allineata allo stile coevo, Amanda Sandrelli afferma trattarsi di “un film proto femminista dove si esaltano la grazia, la gentilezza e la pazienza. Doti prettamente femminili oggi  lasciate da parte.  Il Medioevo era un periodo buio, ma questo certamente non è luminoso e Christine Cristina ci dà una speranza portando un esempio di donna che non si presta a compromessi”. E Paola Tiziana Cruciani, che interpreta Thérèse, ribatte: “Direi che è un periodo diversamente buio. Mi aspetto da un momento all'altro una legge che ci obblighi ad indossare i tacchi a spillo! Non colpevolizzo le donne, ma il dominante universo maschile”, con la Sandrelli che aggiunge: “Sicuramente c'è una corresponsabilità da parte delle donne, ma il sostegno manca”.
Roberto Herlitzka, che interpreta Sartorius, paragona il Medioevo ai nostri tempi: “Quell'epoca era meglio della nostra: la cultura c'era anche se bisognava negarla, oggi è dimenticata e la parte oscurantista è fortissima”, mentre Alessandro Haber aggiunge: “Nel cinema italiano sono un po' un marziano, probabilmente se fossi vissuto in quell'epoca sarei stato veramente un marginale come Charleton. Non è facile per una donna fare la regista, ma la Sandrelli è riuscita a tenere in mano tutto il set”.