“Stiamo vivendo un periodo di cambiamenti dirompenti. L’Italia è sempre stato un Paese medio-piccolo in ambito cinematografico, siamo stati grandi solo nel dopoguerra. Noi dobbiamo puntare sulla qualità dei film, lavorando sulle sale e preservando il cinema d’essai. Il rapporto tra piccolo e grande schermo deve coesistere in modo armonioso, come anche la relazione tra industria e autorialità”. Così Francesco Rutelli, presidente dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive), ha aperto la conferenza sull’anticipazione del Rapporto Cinema e Audiovisivo 2017. L’incontro si è svolto nella Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior, nello spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo.

“Bisogna sostenere quel dinamismo che ha portato alla nascita di registi come Garrone e Sorrentino. La Legge Franceschini deve essere spiegata e messa in atto a ogni livello della filiera. Serve un processo di alfabetizzazione”, prosegue Rutelli.

La conferenza non era solo per addetti ai lavori, e ha affrontato molte tematiche. Dalla mancanza di sale cinematografiche sul territorio, come in Sardegna, alla necessità di supportare i giovani nel loro percorso di formazione, per evitare la fuga di talenti.

Sono intervenuti: Lino Damiani (esperto del settore), don Adriano Bianchi (presidente dell’ACEC), Domenico Dinoia (presidente della Ficec), Giampiero Bocca (direttore generale Provincia Monza e Brianza), Angela D’Arrigo (responsabile Ufficio Bandi della Fondazione Ente dello Spettacolo), Jacopo Chessa (Direttore Centro Nazionale del Cortometraggio di Torino), Maria Nevina Satta (direttore generale della Sardegna Film Commision). Ha introdotto mons. Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo.