E' uno degli attori inglesi più dotati e noti al grande pubblico. Ha lavorato con Tarantino, Wenders, Coppola, Haneke, Allen, Herzog e Burton, eppure Tim Roth più di ogni altra cosa dice di amare la regia, e difatti sta lavorando alla riduzione per lo schermo di "Turning Stones" dello scrittore Marc Parent. La notizia arriva nel corso di un'affollata master class che Roth ha tenuto a Cracovia durante l'Off Plus Camera Indipendent Cinema Festival. Un'occasione unica per ripercorrere una carriera eccezionale segnata da incontri caparbiamente cercati con maestri indiscussi e parti accettate con slancio sebbene offerte da registi al debutto - leggi Tarantino.
Fiuto senza dubbio, ma pure una decisa attrazione per il rischio dimostrata anche nel film scelto per la prima regia, Zona di guerra, difficile storia di una famiglia segnata dall'incesto. E per ribadire che l'interesse per i microcosmi problematici non è stato un caso, Roth ci vuole riprovare mettendo appunto mano al libro di Parent nel quale si tenta di dare una spiegazione alla violenza cieca che si può scatenare tra individui dello stesso sangue. Ma nei sogni di Roth c'è posto anche per l'amato Shakespeare, di cui immagina una riduzione della "Tempesta". Un sogno costoso, che contrasta con lo spirito non convenzionale che l'attore e regista dichiara di possedere e che al Festival gli è valso il premio “Against The Current”.
E del resto indipendenza, originalità e creatività sono le parole d'ordine di un festival che nato nel 2008 e da subito gemellato con il Sundance, dimostra già grande vitalità. Ne è convinto anche Saverio Costanzo, membro della giuria internazionale capitanata da Jerzy Skolimowski, che al festival ha inoltre presentato La solitudine dei numeri primi: "Ho scoperto una manifestazione dalle sicure potenzialità e dotata di una caratteristica unica, il fatto che al vincitore vadano 100.000 dollari per produrre un nuovo film più altri 300.000 se decide di girare in Polonia. Noi abbiamo scelto di dare la chance al coreano Park Jung-Bum, autore di The Journals of Musan, uno straordinario film dal sapore neorealista”.
Per i registi italiani che volessero prepararsi all'edizione 2012, L'Off Plus Camera accetta in concorso solo opere prime e seconde di genere drammatico. Benvenuti anche i film già passati in altri festival, un segno di rispetto verso il cinema di qualità spesso sacrificato in nome delle anteprime a tutti i costi.