"Non faccio molti film. Ma non mi preoccupa la quantità, quello che conta è fare film che mi interessino. Erano sei anni che non vedevo una sceneggiatura, anche perché impegnato con la mia band (i 30 Seconds to Mars, ndr): Mr. Nobody è stato l'ultimo film che avevo fatto, un'operazione impegnativa che forse non ha incontrato la giusta apertura da parte del pubblico americano e dei distributori, ma l'importante è che alla fine, anche molto tempo dopo, sia uscito in sala". E' il giorno della rockstar Jared Leto al Festival di Roma, che stasera accompagna il film in concorso Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée, intenso resoconto della reale vicenda del texano Ron Woodroof (Matthew McConaughey, interpretazione da Oscar), elettricista e cowboy da rodeo che nel 1985 scoprì di essere sieropositivo e malato di AIDS. Condannato da una prognosi che gli dava non più di 30 giorni di vita, l'uomo scoprì attraverso alcune ricerche una serie di medicinali e terapie non ancora approvate dal FDA americano. Fiero eterosessuale e omofobico, Ron finisce per trovare un improbabile alleato in Rayon, transessuale malato di AIDS con il quale fonda un ufficio acquisti (un buyers club, appunto) per consentire ai sieropositivi (previo pagamento mensile di una quota associativa) di accedere ai farmaci e agli articoli sanitari atti a garantire un miglioramento delle condizioni di vita. Ma il collettivo clandestino ha il fiato sul collo del Food and Drugs Administration...
"Era uno script che girava ad Hollywood da oltre 15 anni e l'impatto nel leggerlo è stato devastante", racconta ancora Leto, che nel film veste i panni del transessuale Rayon: "Sia io che Matthew abbiamo perso molti chili per interpretare il film, ma la cosa davvero importante era la percezione che ho avuto nel calarmi in questo ruolo. E' stata un'occasione unica, imperdibile, un film che mi ha insegnato l'importanza di lottare per le cose in cui si crede", dice ancora l'attore, che questa sera calcherà il red carpet dell'Auditorium accompagnato anche dai componenti della band. "Saremo in concerto a Roma verso fine febbraio o inizio marzo", annuncia Leto che, messo alle strette, non avrebbe dubbi: "Fortunatamente sono molto bravo a trascorrere il mio tempo nel modo giusto, ma se dovessi scegliere tra girare una scena importante o esibirmi live in concerto opterei per la seconda cosa. L'esperienza viscerale che ti dà il palco è unica". Ma non per questo il cinema è meno magico: "Leggi una sceneggiatura e improvvisamente ti ritrovi nei panni di un transessuale, è incredibile", dice ancora l'attore, che per la parte si è preparato "ascoltando le parole di persone che hanno vissuto esperienze simili a quelle del personaggio. Poi è iniziato un viaggio incredibile, che mi ha portato a scoprire il lato femminile della mia personalità. Che cosa ho in comune con Rayon? Ho delle bellissime gambe".
Oltre le interpretazioni convincenti dei due protagonisti e di Jennifer Garner (nel film è la dottoressa Eve), Dallas Buyers Club non passa inosservato neanche per il duro attacco alle industrie farmaceutiche statunitensi: "Credo che tutti meritino assistenza sanitaria di eccellenza, alla stessa stregua di un tetto sopra la propria testa e al libero accesso all'acqua", dice l'attore. Ormai portavoce riconosciuto di un cinema lontano dai canoni mainstream: "Ci sono molte analogie tra Requiem for a Dream e questo film, è vero, con dei sognatori intrappolati in situazioni ineludibili. Mi sento a mio agio con le opere indipendenti perché credo che si dovrebbero fare film per raccontare storie, non per fare soldi. E i film più piccoli riescono a toccarti nel profondo".