"Ci sono cose che devo fare che tu non puoi capire. Tu capisci i vini, la letteratura, i film' ma non capisci il mio destino". Quello dell'uomo comune, ovvero di Miles (Paul Giamatti), romanziere frustrato, amante del vino e in depressione post-divorzio, e Jack (Thomas Haden Church), attore fallito e seduttore infallibile. Questa strana coppia, in viaggio tra i vigneti della Santa Ynez Valley la settimana prima del matrimonio di Jack, è al centro del quarto lungometraggio di Alexander Payne, Sideways, presentato fuori concorso al Torino Film Festival. Commedia agrodolce, in cui si fondono gli ultimi sogni rimasti a uomini di mezza età e il carburante che li alimenta: un Pinot perfetto per il palato raffinato di Miles, un Merlot qualsiasi per Jack. Su questi bicchieri si poggiano anche labbra femminili, quelle della vinicultrice Stephanie (Sandra Oh), di cui Jack si innamora repentinamente, e quelle di Maya (Virginia Madsen), cameriera amante del vino. Degustazione collettiva, a cui i cinque protagonisti (i quattro attori e il vino) invitano lo spettatore: Sideways (Payne presente a Torino è in cerca del titolo italiano) si beve d'un fiato per 2 ore e 4 minuti apprezzandone i morbidi tannini (risvolti introspettivi a pieno fuoco), il gran corpo (dialoghi strepitosi, ritmo serrato) e il retrogusto amarognolo (spleen esistenziale, sogni corrosi dall'età che avanza). Con questo road-movie californiano, Payne si conferma dopo About Schmidt (con l'assicuratore di provincia Jack Nicholson) a livelli eccezionali: Sideways ' in attesa dell'horror The Grudge di Takashi Shimizu in programma stasera con la protagonista Sarah Michelle Gellar in sala ' è di gran lunga il film più convincente di questa 22ª edizione del festival a cui ' siamo sinceri ' serviva una scossa.