“Questo film è nato per caso: sono andato al compleanno di una mia amica in una sala da ballo e mi ha colpito molto l’immagine di questo esercito danzante che piroettava andando avanti e indietro”. A parlare è il regista Gianfrancesco Lazotti alla presentazione del film La notte è piccola per noi, che uscirà nelle sale il 14 marzo distribuito da Distribuzione Indipendente.

Al centro della scena e della storia c’è una balera. Una sala da ballo alla periferia di Roma è infatti il teatro di questo racconto nel quale si incontrano diversi personaggi interpretati da Michela Andreozzi, Cristiana Capotondi, Francesca Reggiani, Andrea Sartoretti, Thony, Giselda Volodi, Alessandra Panaro, Philippe Leroy e tanti altri.

“La balera è una zona franca - prosegue il regista - dove tutti riescono a stare insieme sospendendo le differenze di età e di condizione sociale che magari fuori pesano di più. Il mio è un film di personaggi nel quale non succedono molte cose. L’ho dedicato ad Ettore Scola, ma non c’è alcuna analogia con il suo film degli anni ottanta Ballando, ballando. A lui dobbiamo molto per tutta l’umanità che ha messo nelle sue pellicole e io gli sarò enormemente grato per avermi passato anche un briciolo di tutto questo”.

Tante le figure che si aggirano sulla grande pista illuminata da colori led. Innanzitutto, la cantante della band sul palco interpretata da Thony: “Il mio personaggio non doveva essere una cantante di balera diciamo tipica. Ma una, magari laureata, con un background differente da quello nel quale si trovava. Io non conoscevo minimamente la realtà delle balere e ho fatto diverse prove per reinterpretare quei brani che fanno parte della memoria storica italiana. Interpreto una donna che accetta di stare con un uomo violento perché comunque si sente amata da lui”. Poi ci sono Francesca Reggiani: “Interpreto una preside burbera e antipatica. Un personaggio attuale che ha paura dell’altro e mette in discussione il diverso” e Michela Andreozzi: “Nel film sono una bugiarda patologica che nasconde la sua età, la sua provenienza e la sua famiglia. È un personaggio patetico verso il quale alla fine ho provato empatia perché ho amato la sua fragilità. Ci sono tante donne, che come lei, hanno paura della solitudine e quindi fanno di tutto per evitarla”.

E Andrea Sartoretti nel ruolo di un pugile alcolista che vuole a tutti i costi riconquistare la sua ex moglie commenta: “Non conoscevo la realtà delle balere pensavo che fosse una cosa che appartenesse al passato. In realtà si divertono molto più di me”.

La produttrice Elda Ferri, che ha lottato tre anni per far distribuire il film nelle sale, specifica: “In Italia la regione che ha più balere è la Lombardia, seguita dall’Emilia Romagna, mentre nel Meridione non ci sono anche se secondo me non sono state denunciate perché ho degli amici che ci vanno. Mi è sembrata una realtà interessante da seguire”. Infine il regista conclude: “La balera nella quale è ambientato il film esiste veramente. Noi giravamo di giorno e loro la sera la aprivano. Vi fanno musica pop anni settanta-ottanta quindi è più o meno lo stesso repertorio che abbiamo usato nel nostro film. Alcuni ballerini li abbiamo reclutati tra i frequentatori del locale e la coreografa ci ha aiutato a far diventare tutto questo un ballo sociale”.