"Il rischio di vedere moltiplicare i film fantasma è reale". A denunciarlo è Riccardo Tozzi, presidente dei produttori dell'Anica, riferendosi a quei film che, indipendentemente dalla qualità, escono al cinema senza ottenere risultati significativi al botteghino. "Il problema - continua Tozzi sul Giornale dello Spettacolo - è che in Italia il circuito d'esercizio, nonostante i lodevoli sforzi profusi dalla categoria, è ancora sottodimensionato e la distribuzione di film nazionali è ancora troppo concentrata in pochi mesi all'anno".
Nel 2008, dati Anica, sono stati prodotti 154 lungometraggi, 33 in più rispetto al 2007, di cui 29 realizzati con un budget inferiore ai 200 mila euro contro i 5 del 2007. La moltiplicazione di film di questo tipo, favorita dalla tecnologia digitale, è auspicabile perché favorisce gli autori esordienti, ma allo stesso tempo accresce il problema della loro visibilità. "I film italiani - dice Tozzi - sono tutti sotto sfruttati, compresi quelli che vanno bene, come dimostra il fatto che il complessivo incremento di presenze per la produzione nazionale registrato nell'ultimo anno è frutto di un miglior andamento dei film medi, mentre diminuiscono le punte. In questa situazione se soffrono i film importanti, soffrono ancora di più i piccoli film, che rischiano di essere letteralmente uccisi dal mercato".
Lo conferma Angelo Bassi il titolare della AB Film, distribuzione specializzata in piccoli film d'autore. "Sarebbe opportuno - commenta Bassi - che lo Stato intervenisse maggiormente nel sostegno alla distribuzione dei film realizzati con denaro pubblico. Oggi per far uscire un film in sala è necessario un investimento notevole e i fondi messi a disposizione sono irrisori". "Non c'è dubbio che per i piccoli film trovare spazio in sala sia difficoltoso - è il parere di Fabio Fefè, vice presidente Anec, associazione esercenti, e responsabile di Circuito Cinema che riunisce diverse sale specializzate in film di qualità -. Tuttavia ho anche l'impressione che molte uscite siano troppo improvvisate e prive di qualsiasi pianificazione".
Inoltre, sul sostegno dello Stato, per Fefè "sarebbe più utile destinare le risorse non alle aziende di distribuzione, come accade oggi, bensì a singoli esercenti che si impegnassero a programmare questi film per un paio di settimane. In questo modo si potrebbe costruire un piccolo circuito, con capisaldi nelle città più importanti, dando agli spettatori la concreta possibilità di conoscere questi film".
Riccardo Tozzi annuncia che l'Anica è impegnata "nella realizzazione di una ricerca per verificare quali e quanti sono questi film, dove e come vengono presentati al pubblico, allo scopo di individuare possibili sbocchi. In questa ricerca abbiamo coinvolto anche l'associazione dei CentoAutori e insieme contiamo di trovare qualche concreta risposta al problema".