E' toccato a Cristina Comencini riscattare gli italiani dalla lunga serie di delusioni collezionate negli ultimi sei anni agli Oscar. Era dal 1999, anno del trionfo di Roberto Benigni e del suo film sull'Olocausto, La vita è bella (vincitore di tre premi), che un nostro autore non concorreva più alla statuetta nella categoria riservata ai film stranieri. L'Academy ha snobbato Giuseppe Piccioni (Fuori dal mondo), Marco Tullio Giordana (I cento passi), Nanni Moretti (che avrebbe di certo meritato la nomination per La stanza del figlio), lo stesso Benigni (Pinocchio), Gabriele Salvatores (altra amara sorpresa per Io non ho paura) e Le chiavi di casa di Gianni Amelio. A ciò si aggiunge la beffa per due maestri del calibro di Ennio Morricone candidato per ben 5 volte (l'ultima nel 2000 per la colonna sonora di Malena di Tornatore) e  mai vincitore, e Dante Ferretti che prima della vittoria dello scorso anno per le scenografie di The Aviator, di occasioni mancate agli Oscar ne contava sei.  Con la Comencini l'Italia torna a sperare. In passato il nostro paese si era distinto grazie a Fellini e De Sica, premiati entrambi 4 volte: il primo per La strada ('56), Le notti di Cabiria ('57), Otto e mezzo ('63) e Amarcord ('74); il secondo per Sciuscià ('47), Ladri di biciclette ('49), Ieri oggi e domani ('64) e Il giardino dei Finzi Contini ('71). Nel '70 vinse un Oscar anche Petri con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e tra gli altri vincitori Tornatore con Nuovo cinema Paradiso ('89), Salvatores con Mediterraneo ('92) e Benigni con La vita è bella ('99). Nel 1987 Bernardo Bertolucci fece anche meglio di Roberto Benigni, aggiudicandosi con L'ultimo imperatore un doppio riconoscimento nella categoria miglior film e miglior regia. A tutt'oggi, comunque, Benigni resta l'unico, insieme a Laurence Olivier, ad aver vinto un Oscar come miglior attore protagonista per un film da lui stesso diretto. Olivier ottenne la statuetta nel 1948 per Amleto. Benigni ha replicato l'impresa mezzo secolo dopo con La vita è bella. Con l'Oscar vinto nel 1961 per La ciociara, Sophia Loren è stata la prima a ricevere uno dei premi riservati agli attori recitando in un film in lingua straniera, Benigni, miglior attore per La vita è bella, è stato il secondo. Nel 1976, Lina Wertmüller, con Pasqualino Settebellezze, ha l'onore di essere la prima donna ad ottenere la nomination come miglior regista. Solo Jane Campion e Sophia Coppola sono riuscite ad uguagliare l'impresa della Wertmüller: la prima nel '93 con Lezioni di piano, la seconda nel 2004 con Lost in Translation. Quella come regista è soltanto la prima di quattro candidature ottenute da Pasqualino Settebellezze: le altre sono per Giancarlo Giannini come miglior attore protagonista, per la sceneggiatura e come miglior film straniero.  Senza dimenticare Anna Magnani, la prima italiana a vincere una statuetta come protagonista per La rosa tatuata di Mann ('55).