“Il diritto al film di qualità passa attraverso l'educazione, l'alfabetizzando al linguaggio audiovisivo, contaminando luoghi non convenzionali, come periferie e province, e dando una chance ai film migliori al di là delle logiche di mercato” dice l'Assessore alle Politiche culturali di Roma Capitale Dino Gasperini. E questi sono i punti della mission della Rete degli spettatori, un'associazione culturale nata lo scorso anno, sostenuta da Rai cinema, 01 Distribution e Cinecittà-Luce, che promuove la circolazione di opere di qualità attraverso sale cinematografiche su tutto il territorio nazionale, scuole e nuovi canali di diffusione. Una giuria nominata da 100autori, formata da Piera Detassis, Maurizio Di Rienzo, Raffaella Giancristofaro, Emiliano Morreale, Adriano Piccardi, ha selezionato per il 2013 sedici film di finzione (Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi, Bella addormentata di Marco Bellocchio, Bellas mariposas di Salvatore Mereu, Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani, Diaz – don't clean up this blood di Daniele Vicari, Henry di Alessandro Piva, I giorni della vendemmia di Marco Righi, I primi della lista di Roan Johnson, Io e te di Bernardo Bertolucci, Il primo uomo di Gianni Amelio, La città ideale di Luigi Lo Cascio, L'industriale di Giuliano Montaldo, L'intervallo di Leonardo Di Costanzo, Su Re di Giovanni Columbu, Tutti i santi giorni di Paolo Virzì, Tutto parla di te di Alina Marazzi) e cinque documentari.
Uno dei criteri della selezione è stata anche la volontà di valorizzare opere che hanno avuto poca visibilità. “La rete degli spettatori – spiega Piera Detassis, direttore di Ciak – è spesso la rete dei lettori della mia rivista che chiedono di rintracciare pellicole introvabili, invisibili, smarrite, che non arrivano nelle città di provincia o che rimangono in cartellone per troppo poco tempo”.
Tra i documentari, invece, sono stati scelti Enzo Avitabile music life di Jonathan Demme, Il Gemello di Vincenzo Marra, Mare chiuso di Andrea Segre e Stefano Liberti, Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo e Guido Gabrielli; Terramatta di Costanza Quatriglio. “La scelta è stata difficile – racconta il critico Maurizio De Rienzo -  sono tanti i doc italiani, circa 180-200, che scovano raccconti, personaggi o il punto dolente della cronaca che meritano il giusto spazio”.
A nome di 100autori parla Andrea Purgatori: “Tutti gli attori della filiera cinematografica dovrebbero restituire qualcosa al cinema perché il settore funzioni come nel modello fracese. Loro hanno una linea politica, che a noi manca. Per questo, La Carta dei diritti dello spettatore è fondamentale”. La carta è la nuova inizativa della Rete. “Già pensata 25 anni fa – dice Valerio Jalongo - tra il 1987 e il 1988, prima della caduta del muro di Berlino e dell'Era Internet, risponde oggi alle stesse preoccupazioni, segno del blocco asfissiante di questo paese, in cui c'è bisogno di ristabilire il rapporto tra il pubblico e gli autori e  ridisegnare il diritto fondamentale alla partecipazione alla vita culturale”.
Tra gli esercenti che condividono questo progetto c'è Antonio Sancassani del cinema Mexico di Milano che ha sempre aiutato giovani registi e piccoli film: “Le monosale – avverte - sono quasi estinte, chi è rimasto ha trovato una formula magica. Con la fine dell'anno sarà tutto in digitale, ma ci sono ancora più del 50% delle sale da digitalizzare, i costi sono altissimi e, senza aiuti statali, molte saranno costrette a chiudere”. Anche la voce politica di Walter Veltroni, ex sindaco di Roma, denuncia l'assenza delle istituzioni: “Il cinema è stato abbandonato dalla mano pubblica. I problemi di innovazione tecnologica e la recessione economica hanno creato una situazione ingestibile. Ora bisogna, con il decreto Passera, allargare la produzione e la distribuzione. Nel momento di massima depressione economica dove dobbiamo investire se non nel talento, nell'ambiente e nella cultura italiana? Spero che grazie all'industria culturale il paese possa ripartire”.