A volte, nella frenesia consumistica delle feste, ci si dimentica che il Natale è  fondamentalmente una festa religiosa e che il suo spirito buono o buonista che dir si voglia, viene proprio da lì. Ma  cinema e programmazioni non lasciano nulla al caso così la Top Five del Natale da presepe sfodera per l'occasione altisonanti titoli. Primo fra tutti  il super classico Ben Hur (Usa, 1959) di William Wyler. Ne esistono anche due versione più vecchie, quella muta di Sidney Olcot nel 1907 e quella di Fred Niblo nel 1925, ma il Ben Hur da tradizione resta quello di Charlton Heston. La storia narra l'odissea dell'omonimo giudeo, vessato come sempre da orde di romani cattivissimi. La storia è liberamente tratta dal romanzone scritto dal generale Lee Wallace. Ben Hur segna un punto incontrastato nel genere storico-biblico e diventa il kolossal dei kolossal, nonché un grande classico delle programmazioni natalizie. A seguire un altro must è I Dieci Comandamenti (Usa, 1956) di Cecil B. DeMille di nuovo con Heston, oramai promosso a star del genere. Anche qui storie bibliche, questa volta è il turno di Mosè che deve condurre il proprio popolo nella terra promessa. Basato sul Libro dell'Esodo, sul Corano, sulle Cronache di Eusebio e sul romanzo Prince of the Egypt di D.C. Wilson, I Dieci Comandamenti è l'ultimo film di DeMille. Un kolossal che vanta 20.000 comparse (vere e non replicate col computer come oggi) 15.000 animali e degli strabilianti effetti speciali che infatti si guadagnarono l'Oscar, utilizzati per l'apertura delle acque del Mar Rosso, I Dieci Comandamenti lasciò il mondo a bocca aperta. Imperdibile. Altro grande classico è Il Re dei Re (Usa, 1961) di Nicholas Ray, una delle letture più politiche e faziose della figura di Cristo. Il film venne addirittura rimontato dalla produzione perché considerato troppo violento, alla faccia di Mel Gibson che pensa di detenere il primato di sangue col suo The Passion. E l'ultimo film non poteva che essere  il fantastico cult Jesus Christ Superstar (Usa, 1973) di Norman Jewison. Per essere precisi si tratterebbe di un musical, firmato a Broadway dal celebre Andrew Lloyd Webber, ma l'originalità del contesto, le trovate scenografiche e la lettura anni '70 in chiave Peace and Love, consentono uno strappo alla regola. Anche se oggi risulta un poco datato, Jesus Christ Superstar ha rappresentato una tale ventata di freschezza nel genere da non poter essere mai dimenticato.