"Bisogna ricordare i personaggi importanti che, con la loro leggerezza, hanno saputo raccontare realtà profonde". Parola della sindaca di Roma Virginia Raggi che in questa giornata in Campidoglio ha reso omaggio ad Alberto Sordi. 

Il grande Albertone, simbolo dei romani e della romanità, che proprio oggi, 15 giugno, avrebbe compiuto cento anni, è stato celebrato nella sua città natale, in attesa dell'apertura, il 16 settembre, della mostra a lui dedicata presso la sua storica Villa, situata nei pressi delle Terme di Caracalla. Una mostra che ha già avuto tantissime prenotazioni (ben 18mila) e che ci farà scoprire "una sua parte inedita, conquistando ancora di più il cuore di tutti noi".

"Da osservatore attento quale era, Alberto Sordi è un personaggio che ancora adesso ci accompagna nelle nostre storie quotidiane - ha proseguito Virginia Raggi-. Oltre che attore, è stato anche editorialista per Il Messaggero, dove scrisse i suoi aneddoti sulla nostra città; sindaco per un giorno il 15 giugno del 2000 (ndr. esattamente vent'anni fa, insieme all'allora primo cittadino Francesco Rutelli) e fece perfino l'addio alla lira. Insomma è stato parte importante della nostra identità e continua ad esserlo".

Grazie ai suoi film, molti dei quali ambientati nella Capitale (Un americano a Roma, L'arte di arrangiarsi, Ladro lui, ladra lei, Il Conte Max, Il Marchese del Grillo, Il tassinaro e Il Vigile), Sordi è riuscito a descrivere i romani e la romanità in "modo pungente", con "ironia ed empatia".

Al tempo stesso è stato un grande rivoluzionario. E proprio "rivoluzionario" è stato il termine usato per descriverlo da altri due grandi attori, anch'essi romani: Christian De Sica e Carlo Verdone.

"Ha rivoluzionato la comicità del nostro paese. Ho avuto la fortuna di farci due film insieme e a lui devo molto. Per me è stato come uno zio, uno di famiglia, anche perché veniva almeno due volte a settimana a cena da noi", ha ricordato De Sica.

E Verdone: "L'ho conosciuto quando avevo vent'anni. Avevo la tessera del Filmstudio e c'era una settimana dedicata a lui. Guardando i suoi film ho capito quanto fosse importante. E' un personaggio gigantesco, ha rivoluzionato tutte le regole dell'arte drammatica e imposto un suo modo di recitare quasi futurista, con pause tutte sue. Grazie anche al suo viso ha creato un personaggio unico, una maschera al pari di Rugantino, se non più importante".

A ricordarlo anche altri due attori: Massimo Ghini ("Alberto fa parte della nostra storia, è nel nostro dna") ed  Edoardo Pesce, che nel film Permette? Alberto Sordi, diretto da Luca Manfredi, ha interpretato un giovane Alberto Sordi, ripercorrendo i primi vent'anni della sua carriera, dal 1937 al 1957, dall'espulsione dall'Accademia di recitazione di Milano, poi doppiatore di Oliver Hardy, il simpatico panciuto del duo Stanlio e Ollio, fino alla popolarità con il personaggio di Un americano a Roma.

E ripercorrendo il suo curriculum Carlo Verdone ha raccontato: "Con i suoi film ci ha regalato il sorriso, soprattutto con quelli degli anni cinquanta e sessanta con un'Italia che funzionava, creativa e dall'orizzonte splendente e nei quali si raccontava un periodo straordinario per il nostro paese". 

Un'Italia molto diversa da quell'attuale post pandemia, ma che si spera pian piano possa nuovamente tornare a splendere, anche grazie a quest'occasione.

"Un'occasione che può essere uno stimolo per rilanciare il settore audiovisivo dopo il Covid", commenta Albino Ruberti, il capo di gabinetto della Regione Lazio, mentre Giambattista Faralli, presidente e vice della Fondazione Museo Alberto Sordi, annuncia di voler mantenere sempre viva la struttura museale dedicata al grande attore romano: "La mostra terminerà il 31 gennaio 2021, ma la villa rimarrà aperta al pubblico stabilmente come avrebbero voluto Alberto e sua sorella Aurelia". 

Proprio a sua sorella Aurelia sarà infine intitolata la piazza di fronte alla sua villa, come ha oggi annunciato la sindaca Raggi. Un'iniziativa che sancisce ancora una volta il legame indissolubile tra Alberto Sordi e Roma, la città che lui ha sempre adorato.

"Roma è il salotto del mondo, la città che tutto il pianeta ci invidia- scriveva-. E i romani sono un popolo straordinario. Altro che cinismo: noi siamo un concentrato di generosità, saggezza e pazienza. Traffico a parte, a Roma la gente sa ancora godersi la vita. Amo pazzamente questa nostra città e mi diverto a scoprirla ogni giorno, anche nei miei film. Ho girato tutto il mondo. Ma non ho mai visto un posto più bello". Ora la città eterna e i romani, di cui ha saputo descrivere così bene i vizi e le virtù, lo ricambiano con il loro amore eterno.