A quindici anni dalla scomparsa, ripubblichiamo un'intervista (apparsa sul numero di luglio 1965 della Rivista del Cinematografo) a Tonino Delli Colli, uno dei più celebri e importanti direttori della fotografia del cinema italiano.

 

Tonino Delli Colli, mai soddisfatto di sé di Alessandro Garbarino

 

Le sere di maggio, a Roma, sono splendide, quando non piove, non tira vento, non fa freddo. E proprio in una di quelle splendide sere scendevo dal Pincio verso Piazza del Popolo dove avevo un appuntamento con una persona che non conoscevo. Il luogo preciso dell'incontro era la scalinata di S. Maria dei Miracoli, ma quando vi giunsi, puntualissimo, era discretamente pieno di gente. Girai intorno lo sguardo alla ricerca di un signore che l'abbigliamento, l'aspetto, il modo di fare indicasse chiaramente come un "cinematografaro". Invano.

Guardai allora insistentemente verso un locale vicino, tradizionale ritrovo di artisti e di gente dello spettacolo, al di là di via Ripetta. La sera era quasi discesa e la luce del crepuscolo pioveva ormai sulla bella piazza insieme a quella dei lampioni. Cercai di farmi notare in qualche modo, ostentando la mia borsa di pelle e passeggiando in cima ai gradini della chiesa. E ad un tratto vidi un uomo di media statura, con gli occhiali grigi, la capigliatura - una volta probabilmente folta - tagliata corta, elegante e inappuntabile nel vestire, che veniva verso di me, sorridendo amichevolmente e presentandosi. Era proprio Tonino Delli Colli.

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La voce della luna, fotografia di Tonino Delli Colli