(Cinematografo.it/Adnkronos) - Aldo Fabrizi: cuoco, poeta, attore. Ma anche personaggio scomodo, irritabile, scontroso, pronto a rovinare amicizie con amici fidati come Totò e a ricordare con amarezza l'esperienza di Roma, città aperta, uno dei film più importanti della storia del cinema di tutti i tempi. E' il ritratto che emerge da Aldo Fabrizi: cuoco, poeta, attore prodotto e realizzato da Sky Cinema nel centenario della nascita dell'attore. Il documentario, realizzato da Alessio Accardo e Emanuele Marchesi, andrà in onda martedì primo novembre alle 19.55 su Sky Cinema Classics. Un documentario che si avvale di filmati e di ricordi dei figli dell'attore, Massimo e Wilma, dei nipoti Cielo Pessione e Aldo Trabalza (ora proprietario del ristorante della Sora Lella, la sorella di Aldo Fabrizi scomparsa nel 1993), la moglie di Totò Franca Faldini, Carlo Lizzani, Luigi Magni, Mario Monicelli, Enrico Montesano, Giovanna Ralli, Armando Trovajoli e Gigi Proietti che recita per l'occasione alcuni sonetti e poesie composte da Fabrizi. "L'investimento sul grande cinema lo facciamo in prima serata non come gli altri network che usano i film solo per riempire gli spazi", dice Alessandro Faes Del Grado, direttore di Sky Cinema Classics. Ma il documentario è anche l'occasione per svelare alcuni aspetti poco noti dell'attore romano morto nel 1990 a 85 anni: "Gli piaceva più fare il drammatico che il comico perché di natura era pessimista" racconta Cielo Pessione, che sarà tra l'altro premiata con un riconoscimento intitolato al nonno durante il festival Ottobrata Romana. Non facile il rapporto con i colleghi, da Totò a Sordi. "Con Totò - racconta Franca Faldini - erano davvero amici, anche fuori dal set, avevano tante debolezze in comune. Poi ci fu una sciagurata lite che rovinò il rapporto fino alla fine". La lite avvenne, ricorda la Faldini, sul set di Una di quelle del 1953. "Era una scena notturna - racconta la moglie di Totò - con la pioggia artificiale. Totò fu costretto a girarla 10-12 volte per colpa di una comparsa che Fabrizi aveva voluto far lavorare. E così, fradicio, disse a Fabrizi: 'Guarda che mi fai fare per far risparmiare due lire alla produzione...'. Fabrizi gli rispose a tono: 'E tu smettila di fare il burattino'. Da allora non sono più stati amici, hanno continuato a frequentarsi solo sul set, c'era una stima professionale reciproca ma l'amicizia era perduta per sempre". Con Alberto Sordi, invece, la stima umana non ci fu quasi mai: "Recitarono in due film insieme - racconta la Pessione - Mi permette babbo! e Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo. Lo ammirava molto professionalmente, diceva che era un mostro di bravura. Ma umanamente lo aveva deluso". Neanche con la Magnani aveva un grande feeling: "Non la sopportava troppo - racconta la nipote - erano due personalità troppo forti". Veleni anche sul ricordo di Roma, città aperta. "Era un ricordo che amareggiava molto mio nonno - dice la Pessione - perché l'idea del film era anche sua, la verità non corrisponde alla storia che si è raccontata finora. Inizialmente volevano fare due cortometraggi, uno sulla storia del prete e uno su quella dei ragazzini. Mio nonno, che era stato presente all'episodio della signora Pina in via Germanico (la donna cui è ispirato il personaggio interpretato dalla Magnani, n.d.r.) convinse i produttori a fare un lungometraggio".