Un dittico all'insegna della memoria: i due film firmati da Elisabetta Sgarbi ripercorrono su binari paralleli la Resistenza nella zona del basso ferrarese. Presentati nella sezione CinemaXXI all'8° Festival Internazionale del Film di Roma (8/17 novembre), uno fuori concorso (Quando i tedeschi non sapevano nuotare), l'altro in concorso nella categoria lungometraggi (Racconti d'amore). La musica di entrambi è stata scritta dal maestro Franco Battiato. Il primo rivive quel periodo alternando le voci degli storici ai testimoni dell'epoca mentre il secondo mette in scena quattro legami sentimentali nati durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra gli interpreti anche Laura Morante e Rosalinda Celentano.“Quando i tedeschi non sapevano nuotare – spiega la regista – è nato su committenza di Rai Cinema per celebrare l'anniversario dell'eccidio del 15 dicembre 1943 nel castello di Ferrara ma l'ho girato con uno sguardo al presente e ho evitato la retorica che spesso grava attorno alle celebrazioni. È stato frutto di due anni di lavoro per raccogliere i documenti e le testimonianze che provano, a dispetto di quanto affermato da vari storici, che in quella zona non ci si stata Resistenza. A me interessava far parlare i protagonisti delle vicende, in qualità di superstiti, per incrociare i loro ricordi con la Storia. Anche mio padre ha raccontato come il suo mulino fosse stato messo a disposizione dei partigiani”. Le atmosfere della narrazione si rispecchiano nelle ambientazioni: “Questi luoghi li vedo come il centro del mio mondo – continua la Sgarbi – dove c'è tutto quello che amo di più. Persino il suo squallore diventa per me una forma di poesia, che mi parla come una voca capace di venirmi incontro”.Nonostante i riferimenti letterari e cinematografi a Giorgio Bassani (il suo racconto Una notte del '43 ha ispirato la pellicola La lunga notte del '43 di Florestano Vancini), la direzione artistica dei film viaggiava spesso senza un copione prestabilito: “Elisabetta – racconta il Maestro – non mi manda un solo fotogramma, mi arriva una lista della spesa con su scritto “treno che fischia” o simili. Così seguo l'istinto e alla fine le visioni coincidono”.
“Battiato – gli fa eco la cineasta – è indispensabile perché amplifica la visione delle immagini anche attraverso suoni lunghi o echi. Odia il lirismo eccessivo prediligendo una musica scomoda, perfetta per il mio lavoro”.  “Sul set si avvertiva quasi la presenza di una rete invisibile - ricorda una delle interpreti di Racconti d'amore, Ivana Pantaleo – la sensazione che quando si sta realizzando qualcosa di bello poi tutto si muove in quella direzione, animato da passione e volontà. Così ogni cosa mi sembrava sincronizzata a quei posti così intimi”. “Di solito – conferma la collega Michela Cescon – tendo a chiudere velocemente un'esperienza lavorativa nel momento in cui finisce. Di solito cancello le fotografie, invece di questo lavoro ne ho conservate tre. I giorni sul delta di Po mi sono rimasti dentro, con la loro nebbia e i paesaggi lunari”.